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Allarme dei sindacati: più di 500mila in cassa integrazione, in 187mila rischiano il posto

A poche ore dalla discussione in Cdm, le parti sociali rilanciano l’allarme sulla cassa integrazione: in 187mila rischiano il posto.
A cura di Redazione
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È l'Osservatorio su Cig e Occupazione del dipartimento industria della Cisl a fotografare in maniera impietosa e decisamente preoccupante la condizione di migliaia di lavoratori attualmente in Cassa integrazione guadagni. Stando alle rilevazioni delle ultime ore (ricordiamo che martedì il Consiglio dei ministri dovrebbe mettere nero su bianco il rifinanziamento della Cig nella nuova legge di stabilità, provvedimento che non aveva trovato spazio nella cosiddetta manovrina), sarebbero 500mila i lavoratori in cassa integrazione: il numero è calcolato in base alle ore di cassa autorizzate nei primi nove mesi dell'anno, ma considerando l'incidenza dei lavoratori part – time, la cifra potrebbe salire notevolmente.

Il punto è che senza cambiamenti strutturali ed una decisa inversione di tendenza a livello economico, sono circa 187mila i lavoratori che rischiano concretamente di perdere il loro posto di lavoro. A lanciare l'allarme e a chiedere un immediato intervento del Governo con rifinanziamento per due anni della Cig e dei contratti di solidarietà, è il segretario confederale della Cisl, Luigi Barra: "La cassa integrazione resta su livelli elevatissimi, con uno spostamento da cassa ordinaria a cassa straordinaria, comunque entrambe in crescita, e quindi una transizione verso crisi più strutturali. O addirittura verso la disoccupazione, visto l'aumento del 22,3% delle domande di mobilità e disoccupazione nel periodo gennaio-agosto 2013, rispetto al 2012. Da una nostra elaborazione sui dati Inps, che tiene conto del tiraggio medio del 2012 e che considera i soli lavoratori in cassa straordinaria e in deroga, che possono più facilmente preludere ad una perdita del posto di lavoro, i lavoratori a rischio di perdita del lavoro sono 187.286, Anche i dati Istat sull'occupazione mostrano difficoltà profonda. Nel secondo trimestre 2013 abbiamo perso 585.000 posti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, soprattutto nel Mezzogiorno".

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