Cicchitto: “Napolitano intervenga con un atto di grazia e commuti la pena a Berlusconi”
"Se il Capo dello Stato intervenisse con un atto di grazia quale la commutazione della pena a Berlusconi, allora l'obiettivo della pacificazione verrebbe recuperato". Con queste parole, affidate ai taccuini de La Stampa, Fabrizio Cicchitto, che secondo la Santanché apparterrebbe alla corrente delle colombe (sostanzialmente messa in minoranza nel vertice fiume di Arcore), prova ad immaginare una soluzione alternativa a quella che appare come una crisi di Governo ineluttabile. Una proposta che metterebbe il Colle nelle condizioni di intervenire in maniera diretta nella vita politica, scongiurando la fine prematura dell'esperienza delle larghe intese. Spiega meglio Cicchitto: "La richiesta è che la Giunta per le elezioni non si trasformi in un Tribunale Speciale ma sia occasione di approfondimento sulla costituzionalità della legge Severino". Una costituzionalità sulla quale hanno espresso dubbi "anche insigni costituzionalisti che non possono essere accusati di simpatie per il centrodestra, come Capotosti e Onida, e uno studioso del diritto come Fiandaca", dunque, prosegue Cicchitto, "perché liquidare una riflessione e un dibattito nella Giunta in pochi minuti, ore? Perché non prendere tempo per una istruttoria approfondita? L'urgenza a chiudere la discussione, a decretare l'incandidabilità di Berlusconi porta dritti alla crisi politica".
Del resto, le prossime ore diranno qualcosa di più sul futuro del Governo, con il Consiglio dei ministri per dirimere la questione dei precari della Pubblica Amministrazione (e non solo) ma soprattutto con l'appuntamento di mercoledì, in cui si deciderà forse in maniera definitiva il destino dell'Imu e con esso (forse) anche quello del Governo Letta.
