Puoi essere stato Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. Puoi essere stato presidente del Consiglio e presidente della Repubblica, ma se in gioventù sei stato partigiano, e hai contribuito a liberare l'Italia dal nazi-fascismo, l'incarico più bello e rischioso, più nobile anche se pagato zero, resterà per sempre l'essere stato partigiano.
E' così che voglio ricordare Carlo Azeglio Ciampi, con la parola più bella del vocabolario italiano: resistenza.
E' come il primo bacio, la radice e il fusto. E non si scorda il bastone, il gusto amaro della terra di montagna, cento centimetri sotto la neve, il meno di zero senza sapere quanto, senza i giubbotti di oggi, i maglioni di oggi, i calzini di lana purissima come oggi. Carlo Azeglio Ciampi sfiorò Campo di Giove e attraversò le linee tedesche passando per il Guado di Coccia. Erano in sessanta, dieci non arrivarono, qualcuno impazzì nel mezzo.
Carlo Azeglio Ciampi lo raccontò nel diario che tanti anni dopo regalò a una scuola, il liceo scientifico di Sulmona.
Carlo Azeglio Ciampi camminava "quasi a quattro gambe perché i soli piedi non fanno presa (specie io che non ho i chiodi)". Chi arranca lo aiutano, per un po', poi Alberto dice che bisogna andare avanti, arrivare prima dell'alba. Camminano. Camminano. Camminano. Passano per Taranta Peligna, fino a Casoli. Incontrano i Patrioti
della Brigata Maiella, partigiani anche loro, e un piccolo fuoco di moderati abbracci.
Carlo Azeglio Ciampi si iscrisse al Partito d'Azione, l'unico partito al quale fu iscritto in tutta la sua vita, il quale riprendeva il nome da quello fondato da Giuseppe Mazzini nel 1853, che fra i suoi cardini aveva le elezioni a suffragio universale e la libertà di stampa e di pensiero, cioè le prime vittime della dittatura fascista.
E' così che voglio ricordare Carlo Azeglio Ciampi. Senza il "Pres." e il "Min.", per me è partigiano Carlo.
Il partigiano Carlo che nel 2002, all'Istituto Universitario Europeo, disse: "Uomini e nazioni stanno cercando risposte adeguate. Il comune obiettivo è la pace, una pace vera, frutto di leale collaborazione nell'affrontare i problemi del mondo". Che è poi una frase semplice, se ci pensate è un concetto banale come la rivoluzione,
il sogno di un'Europa libera, accogliente, resistente, partigiana.
Un sogno ancora da sognare e per il quale, quel giorno di inizio settembre '43, partirono in sessanta e morirono in dieci. Uno su sei. L'ho già detto ma lo ripeto volentieri, uno su sei, perché sono percentuali simili a chi muore cercando le coste italiane e un briciolo della nostra imperfetta democrazia.
Un film semplice, bello, di un fiorentino come me però più simpatico di me, dice che "i giorni indimenticabili nella vita di un uomo sono cinque o sei in tutto, il resto fa volume".
Per questo, oggi, Carlo Azeglio Ciampi ho deciso di ricordarlo con il giorno della sua scelta migliore. Quell'8 settembre del 1943, quando fu firmato l'armistizio e il partigiano Carlo si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e si rese individuo non rintracciabile a Scanno, Abruzzo. Dove incontrò il maestro Guido Calogero, condannato al confino perché antifascista. E poi la marcia, che vi ho già accennato. Il resto è Storia. E non importa aver condiviso tutto, del percorso di Carlo Azeglio Ciampi, per poter dire oggi, un po' commosso, ciao partigiano Carlo.