Ci sarà ancora il referendum sull’Autonomia differenziata dopo la decisione della Corte costituzionale?
"In attesa del deposito della sentenza", la Corte costituzionale ha diffuso un comunicato in cui ha riassunto le sue decisioni sulla legge per l'Autonomia differenziata delle Regioni. È stata in buona parte di una bocciatura, soprattutto su alcuni aspetti-chiave. Non viene dichiarata incostituzionale l'intera legge, ma diversi passaggi che erano centrali per la visione dell'autonomia del governo Meloni. Tra le varie incognite che seguiranno nei prossimi giorni – sulla reazione dell'esecutivo e del Parlamento, ad esempio – una riguarda anche il referendum abrogativo sull'Autonomia. Resterà in piedi?
Per il momento non si può dare una risposta definitiva. Innanzitutto perché, come detto, la Corte costituzionale non ha ancora pubblicato la sentenza integrale. E quando si parla di decisioni così ampie su temi tecnici-istituzionali, anche dei passaggi molto brevi possono fare la differenza.
Cosa dovranno fare ora il governo Meloni e il Parlamento
L'incertezza è ancora così grande che ieri, mentre buona parte dell'opposizione celebrava il comunicato della Consulta, in una nota la Lega ha detto di ritenerla una notizia positiva. Addirittura ha affermato che l'Autonomia avrebbe "superato l’esame di costituzionalità", perché "i rilievi saranno facilmente superati dal Parlamento".
È un dato di fatto che il Parlamento dovrà intervenire per modificare la legge. Se non si troveranno soluzioni alternative, potrebbe essere necessario ripartire quasi da capo con l'iter della norma. La riforma dell'Autonomia, infatti, è già stata approvata in via definitiva. Un eventuale ‘pacchetto' di emendamenti per allinearla alle richieste della Corte dovrebbe essere prima studiato e scritto con attenzione, poi portato in Parlamento per l'approvazione. Insomma, non è una questione che si potrà chiudere nel giro di un paio di settimane.
Cosa succede al referendum sull'Autonomia
Venendo al referendum, ora il testo è in mano alla Cassazione, che deve valutare – anche alla luce della sentenza della Consulta – la legittimità dei quesiti. Il suo verdetto è atteso entro il 15 dicembre. Il punto è che la Corte costituzionale sembrerebbe aver dichiarato incostituzionali proprio alcuni dei punti su cui i quesiti referendari chiedevano di intervenire.
Se si chiede di svolgere un referendum su una legge, ma poi quella legge cambia in modo radicale – come probabilmente dovrà fare quella sull'Autonomia – è possibile dichiarare non più legittimo quel referendum. Sulla base di questo, quindi, la Corte di Cassazione potrebbe stabilire che ormai la legge sull'Autonomia differenziata ‘non è più la stessa' in vari aspetti fondamentali (dichiarati incostituzionali), e quindi la votazione non si deve svolgere.
È possibile, quindi, che la sentenza della Corte costituzionale si trasformi in una buona notizia per il governo Meloni: eviterebbe il rischio di vedere bocciata dal voto popolare una delle sue riforme ‘di bandiera'. Ma, come detto, è ancora presto per capirlo. Quando la sentenza della Consulta sarà nota, gli esperti di diritto costituzionale potranno chiarire meglio cosa significa per il referendum. E sarà la Cassazione a prendere la decisione definitiva sul tema.