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Chiusura dei porti, Luigi Di Maio: “Fui io l’anno scorso a sollevare il caso Ong. Con Salvini compatti su questo tema”

In un’intervista concessa ad Huffington Post, il vicepremier Luigi Di Maio ha spiegato che la decisione di chiudere i porti alle navi delle Ong è stata presa con un accordo governativo e che rispetto a questo tema specifico è molto compatto con il collega Matteo Salvini: “Fui io stesso a sollevare un anno fa la questione delle Ong. Semplicemente siamo andando avanti compatti su questo tema”.
A cura di Charlotte Matteini
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Complesso di inferiorità nei confronti del vicepremier Matteo Salvini? Luigi Di Maio sostiene che non prova nulla del genere e in una lunga intervista concessa a Lucia Annunziata di Huffington Post, spiega il perché: "Partiamo dal presupposto che questo è un complesso che non ho. Come non lo hanno i nostri ministri o i nostri parlamentari. Semplicemente uno dei primi temi che stiamo affrontando è quello dell'immigrazione. Fui io stesso a sollevare un anno fa la questione delle Ong. Semplicemente siamo andando avanti compatti su questo tema. Per quel che riguarda il mio ministero, per esempio, ho sollevato la questione dei diritti e delle tutele dei riders, ho avuto sostegno da parte della Lega e anche su quello procederemo insieme. Ricordo sempre che c'è solo un unico presidente del Consiglio, che si chiama Giuseppe Conte. Poi ognuno di noi fa il proprio lavoro, e lo stanno facendo tutti bene". 

Proseguendo, Luigi Di Maio ha spiegato il progetto di riforma dei finanziamenti ai partiti:

Vicepremier, partiamo dalla notizia del giorno: la riforma dei finanziamenti ai partiti e la relativa trasparenza che vi accingete a proporre sarà retroattiva?
Sì, abbiamo bisogno di una banca dati che contenga le informazioni relative ai finanziamenti ai partiti e alle fondazioni ad esso riconducibili relativa almeno alle ultime due legislature. Se non sarà possibile rendere pubblici erga omnes le informazioni risalenti a prima della riforma, istituiremo un registro che sarà accessibile su richiesta. Ma in ogni caso la retroattività dovrà esserci. Considerati gli attacchi che ci sono negli ultimi giorni nei nostri confronti deve essere chiaro che noi non abbiamo nulla da nascondere. E vogliamo vedere chi in questi anni ha preso veramente i soldi e dove se li è andati a prendere. Oggi l'associazione Rousseau, che non sarebbe tenuta a farlo, depositerà alla Camera il suo bilancio con tutti i donatori.

Rendere pubblici i bilanci di fondazioni e associazioni vicine alla politica sarà tecnicamente un'operazione complicata. Crede che il problema sia risolvibile?
Credo di sì, perché il Parlamento è sovrano, e dovremo studiare i modi per farlo. Dopotutto sono molti i casi nell'ordinamento nei quali si debbono contemperare gli obblighi relativi alla privacy con quelli concernenti la trasparenza. A prescindere, quel che avverrà dall'approvazione della riforma in poi sarà fondamentale, perché chi dà soldi a una forza politica lo dovrà dire apertamente. E sarà molto importante la tempistica.

In che senso?
Nel senso che io voglio sapere anche durante la campagna elettorale chi dà soldi a chi, e non solo a urne chiuse. La tecnologia ci verrà in aiuto da questo punto di vista.

Rispetto alla vicenda Aquarius, il capo politico del Movimento 5 Stelle ha dichiarato che la decisione di chiudere i porti alle navi delle Ong sarebbe stata presa a livello di governo e non solo dall'altro vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini:

Salvini sul blocco dell'Aquarius vi ha avvertito? È stata una soluzione concordata?
È stata una decisione partecipata a livello di governo. Non si sarebbe potuta prendere senza Palazzo Chigi e senza il ministero delle Infrastrutture.

Ma quanto a lungo potrete bloccare i porti?
Credo che dopo quello che è successo nulla sarà più come prima. Francia e Spagna sono una nuova porta sul Mediterraneo, e su questo ci aspettiamo coerenza. Allo stesso tempo noi salviamo vite con le navi della nostra Marina e della nostra Guardia Costiera. Ma non siamo più disponibili a rendere i nostri porti riferimento per Ong che non battono bandiera italiana. Occorre trovare una soluzione a livello europeo, non siamo più disponibili ad attendere.

Infine, rispetto ai rapporti internazionali del governo italiano con i partner europei, Di Maio ha dichiarato di aspettarsi grandi cose dall'incontro odierno tra il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel: "Devo dire che sia sul regolamento di Dublino, sia in generale sul dibattito che si è sollevato in questi giorni, la posizione della cancelliera è stata molto più in favore dell'Italia. Dalla Germania in effetti stanno arrivando assist nei nostri confronti. Ora però vogliamo vedere i fatti".

Quindi forse la Germania non è così un mostro come quello teorizzato da chi sull'euro avanza il piano B.
La riflessione è più ampia. Anche in Germania c'è un problema di gestione del fenomeno migratorio. Un problema che è arrivato nel cuore d'Europa, anche nel paese che più si è giovato degli effetti dell'unione economica e monetaria. Io ho sempre detto che la Merkel ha pensato agli interessi dei tedeschi. Il problema è che i nostri politici non hanno pensato a quelli degli italiani. Con qualche sano no ai tavoli europei otterremmo tanti sì per i cittadini italiani.

Le sta simpatica?
Non glie lo so dire, non la conosco. Spero di avere a che fare con lei e con il suo ministro del Lavoro perché il modello tedesco dei centri per l'impiego è tra i migliori che ci sia in Europa, e lo vorrei portare qui in Italia.

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