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Chiesto il rinvio a giudizio per Stefano Bandecchi: ora rischia il processo per evasione fiscale

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Stefano Bandecchi, con l’accusa di aver evaso quasi 14 milioni di euro nel periodo in cui era amministratore dell’Unicusano. “Si vede che la campagna elettorale in Umbria è cominciata”, ha replicato divertito il sindaco di Terni.
A cura di Giulia Casula
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La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Stefano Bandecchi, accusato di aver evaso quasi quattordici milioni di euro nel periodo in cui era amministratore dell'Università telematica Niccolò Cusano. Secondo i pm, negli anni tra il 2018 e il 2022, il sindaco di Terni non avrebbe versato la somma dovuta al Fisco.

Ora quindi Bandecchi, che alle Regionali in Umbria corre con il centrodestra, potrebbe finire in Tribunale. Stando quanto ricostruito dagli inquirenti, i primi fatti risalirebbero all'inizio del 2018 ma la condotta si sarebbe ripetuta anche negli anni successivi, fino al 2022, per un totale di 13 milioni e 884mila euro evasi. 

A finire sul banco degli imputati però, non c'è solo il sindaco di Terni, ma altre tre persone che ricoprivano ruoli di vertice all'interno di Unicusano: Giovanni Puoti, Fabio Stefanelli e Stefano Ranucci. Quest'ultimo è stato presidente dell'università e firmatario del modello unico-enti non commerciali, mentre Puoti ha guidato l'ateneo tra il 2015 e il 2019. Infine Stefanelli è stato amministratore delegato tra il 2016 e il 2022.

Per quanto riguarda Bandecchi, il suo ruolo dentro Unicusano è stato innanzitutto quello di fondatore, amministratore delegato dal 2011 al 2016 e presidente dal 2021 al 2023. Secondo la Procura però, il patron della Ternana è stato amministratore di fatto fino al 2021, mentre negli anni successivi avrebbe continuato a gestire l'università in qualità di presidente del Cda.

Nelle loro indagini, gli inquirenti hanno riscontrato che nel 2018 nella dichiarazione Ires dell’anno di imposta 2016 gli imputati non avrebbero dichiarato somme pari a quasi dieci milioni di euro, arrivando ad evadere circa due milioni e 358 mila euro. La stessa "anomalia" si sarebbe riproposta anche nelle altre dichiarazioni, fino al 2022. In sostanza quindi, in tutti questi anni ci sarebbero delle imposte Ires non pagate all'Agenzia delle Entrate.

A gennaio del 2023, la Guardia di Finanza aveva effettuato un primo sequestro per un valore superiore ai 20 milioni di euro, a cui ne era seguito un secondo, a giugno, di 2,6 milioni di euro. Bandecchi, che già all'epoca aveva risposto con tono irriverente alla notizia del sequestro, anche questa volta ha replicato piccato: "Si vede che la campagna elettorale è cominciata e stiamo vincendo noi con il centrodestra. Si vede dal fatto che oggi i giornali riportano che è stata fatta la richiesta di rinvio a giudizio per Stefano Bandecchi. Cioè non è stato rinviato a giudizio, è stata fatta la richiesta!", ha detto ridendo. "Si ricordano anche tutte quelle cose dette e fatte in modo tale che tutti si possano incazzare con me. Allora lo chiedo ai miei sostenitori: cambiamo l'Italia, cominciamo dall'Umbria votando Stefano Bandecchi. Vi giuro che io non chiederò di non andare in galera, io ci voglio andare, un posto sano finalmente", ha concluso.

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