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Guerra in Ucraina

Chi sono i parlamentari che hanno boicottato il discorso di Zelensky alla Camera

Non tutti i parlamentari di Montecitorio e Palazzo Madama si sono presentati alla seduta comune per ascoltare il discorso di Zelensky, ecco chi sono stati gli assenti.
A cura di Giacomo Andreoli
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Applausi e gesti di ammirazione. Se ne sono visti tanti alla Camera, dove è intervenuto in video-collegamento il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma non tutti i parlamentari di Montecitorio e Palazzo Madama si sono presentati alla seduta comune per ascoltarlo. Una piccola, ma significativa minoranza, infatti, ha deciso di boicottarlo, parlando di una sorta di mancata "par condicio" con il leader russo Vladimir Putin, o in polemica con le iniziative del governo Draghi per affrontare la crisi in Ucraina.

Si tratta innanzitutto dei 17 parlamentari di "Alternativa c'è", il gruppo nato un anno fa dalla scissione con il Movimento 5 stelle, in occasione della formazione del governo Draghi. Secondo gli ex grillini l'intervento del leader ucraino sarebbe stato "una forzatura che non cambia di una virgola lo stato delle cose". Anzi, si sarebbe trattato di un'operazione di marketing, che non servirebbe a cessare le ostilità e che non avrebbe alcuna utilità per la parte offesa. Quindi, hanno aggiunto, "essere solidali non vuol dire assecondare una propaganda mirata ad alzare il tiro su richieste incessanti di interventi bellici come la no fly zone o l'invio di truppe che comporterebbero un conflitto mondiale".

Ma tra gli assenti ci sono stati anche membri del Gruppo misto, oltre che esponenti di M5s, Lega e Forza Italia. Tra questi spicca il nome del senatore Simone Pillon. Come ha riferito il leader del Carroccio, Matteo Salvini, si trovava in "missione" a Londra. Ieri, però, aveva criticato la videoconferenza, dicendo di avere "forti perplessità" visto che "vendere armi a una delle parti non favorisce il dialogo e noi dobbiamo collocarci in una posizione adeguata per promuovere la pace".

Tra gli altri assenti ci sono stati: il senatore di ItalExit Gianluigi Paragone, la deputata di Forza Italia Veronica Giannone, la senatrice del gruppo Misto Bianca Laura Granato (interdetta a ottobre per 10 giorni all'ingresso al Senato per non aver mostrato il Green pass), l'ex grillino e ora nel Partito comunista Emanuele Dessì e la deputata M5s Enrica Segneri. Sempre tra le file dei grillini non si sono presentati Vincenzo Presutto, Davide Serritella (che però si giustifica dicendo di avere altri impegni "fissati da molto tempo") e soprattutto il presidente della commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli.

Quest'ultimo aveva votato contro la risoluzione bipartisan sulla guerra in Ucraina, è da sempre contrario all'invio di armi a Kiev e chiede al M5s di staccare la spina al governo Draghi. La capogruppo del Movimento al Senato Mariolina Castellone ha commentato la sua assenza all'Ansa dicendo che si tratta di una "posizione personale". Per questo la sua posizione sarà valutata solo quando si voterà sul decreto Ucraina, che sarà esaminato a breve dal Senato. "Se voterà in maniera diversa rispetto al gruppo su una fiducia – spiega Castellone- è un problema. In quel caso sono previste sanzioni". Non presente oggi anche un ex di lusso dei 5 stelle: il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, "fuori per lavoro".

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