Chi sono i neonazisti di Telegram arrestati e perché sono davvero un pericolo
Nella giornata di ieri le forze dell'ordine hanno arrestato dodici persone, in tutto sono venticinque quelle indagate a vario titolo dalla Procura di Bologna per i reati di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco. Nelle chat parlavano anche di colpire Giorgia Meloni.
Il gruppo Telegram attraverso il quale propagandavano i loro messaggi era denominato Werwolf Division, da un gruppo di irriducibili fedelissimi di Hitler ancora attivo dopo il 1945. Un'altra chat organizzata sempre dal gruppo era invece chiamata Movimento Nuova Alba.
Qui avevano anche cominciato a costruire un'iconografia propria: rune, croci celtiche, simboli nazisti. E poi citazioni di discorsi di gerarchi del Terzo Reich e di figure di spicco del neofascismo e del neonazismo. L'inchiesta che ieri ha portato agli arresti è una gemmazione di un'analoga indagine della Procura di Napoli, contro quello che si era autonominato "Ordine di Hagal". Il copione era identico: propaganda neonazista su internet, progetti di atti violenti ed eversivi discussi online. Alcuni giorni fa sono arrivate quattro condanne, ed è caduta l'accusa di terrorismo per i quattro neonazisti.
Chi erano i neonazisti di Werwolf Division e come erano organizzati
I nazisti di Telegram si erano organizzati gerarchicamente. C'era chi era responsabile della propaganda, chi dell'addestramento, mentre discutevano e si adoperavano per acquistare armi attraverso il dark web. Nelle discussioni si parlava anche di colpire Giorgia Meloni, "la fascista che perseguita i fascisti", e definita tra le altre cose "concubina dei sionisti" per il suo sostegno al governo di Israele.
Il profilo degli indagati è vario, sia per età che profilo sociale. Quel che è certo è che quasi tutti non erano militanti politici già noti alle forze dell'ordine. E questo non deve stupire: questo tipo di radicalizzazione politica che viaggia soprattutto online, tra forum, manifesti suprematisti autoprodotti in una ressa di citazioni che rimanda l'uno all'altro, è composta per la maggior parte da persone che non hanno una vita politica pubblica.
Qualche nome già noto però nella valanga dell'estremismo c'è. È il caso della sessantaduenne Simonetta Cesari, che nel 2015 diventa segretaria del partitino neofascista Fronte Nazionale. E poi il più noto Fabio Tuiach, triestino già militante di Forza Nuova, poi tra le file della Lega, noto soprattutto per aver animato le proteste No Vax di Trieste, tra le più significative di tutta Italia.
Ci sono poi figure al limite del folkloristico, come Salvatore Nicotra. Il 44enne di lavoro fa la guardia giurata in una filiale di Unicredit di Bologna, per questo del gruppo è quello che dovrebbe insegnare agli altri ad usare le armi da fuoco. Scrittore per diletto (solo romanzi ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale con i nazisti come protagonisti), già comparso in programmi tv come "La Corrida" con Carlo Conti (qui ha cantato una canzone di Loredana Berté) e "Avanti un altro" di Paolo Bonolis.
Di singolare interesse appare anche un altro degli indagati, Joe Fallisi, al secolo Giuseppe Fallisi. È un tenore, già anarchico e amico di Giuseppe Pinelli. Sono sue le parole della canzone La ballata del Pinelli, che racconta dell'arresto e della morte nella Questura di Milano del ferroviere anarchico ingiustamente accusato della Strage di Piazza Fontana. Negli ultimi anni Fallisi aveva fatto una corsa ideologica dall'estrema sinistra all'estrema destra, passando per il sostegno ai regimi arabi contro il sionismo e Israele.
La radicalizzazione online dei neonazisti è veloce e difficile da intercettare
Viene il dubbio lecito, sia politicamente che dal punto di vista giuridico, che si tratti di chiacchiere da bar. Perché l'attività di un gruppo come quello individuato dagli inquirenti può in effetti apparire apparentemente innocua dal punto di vista della sicurezza, e dell'effettiva capacità di mettere in pratica i propositi espressi. Che dalla propaganda dunque i soggetti indagati non sarebbero mai passati ai fatti. Ma la realtà ci insegna che non è così.
Il terrorismo di estrema destra in questi anni si è caratterizzato per avere come protagonisti soggetti che si sono radicalizzati in tempi ristrettissimi, e che hanno avuto il loro apprendistato politico online, tramite la corrispondenza con gruppi di questo tipo, attivi in chat e canali di discussioni. Insomma se rimane il dubbio se l'organizzazione avrebbe mai agito in quanto tale, è credibilissimo che un singolo aderente che frequenti anche solo per pochi mesi questo brodo di cultura, dove i miti sono gli stragisti neonazisti Andres Breivick e Brenton Tarrant, possa passare all'azione. Magari non mettendo in atto un piano particolarmente elaborato, ma armandosi e cominciando a sparare contro quelli che considera nemici: "non bianchi", omosessuali, attivisti di sinistra o credenti di religione non cristiane.
Negli ultimi anni gli apparati di sicurezza italiani sembrano aver preso sul serio la minaccia rappresentata da questo tipo di radicalizzazione neonazista e suprematista, molto diversa dal terrorismo che ha conosciuto il nostro paese e anche dalle classiche organizzazioni estremiste che Digos e apparati di intelligence sono abituate a monitorare.
Questa svolta è arrivata dopo anni in cui il fenomeno è stato decisamente sottovalutato. Quando il 3 febbraio del 2018 Luca Traini è passato all'azione, sparando contro gli immigrati che incontrava per strada a Macerata, il suo gesto è stato fortemente spoliticizzato dai media e nel dibattito pubblico. Lo stesso era accaduto nel 2011 quando il neofascista Gianluca Casseri decide di sparare Samb Modou, 40 anni, e Diop Mor, 54 anni, a Firenze. Anche lui, pur frequentando alcuni gruppi politici di destra ed estrema destra, passa all'azione con la modalità del lupo solitario.
Ma qual'è l'ideologia che muove questi gruppi? Anche nell'informativa di oltre 400 pagine che ha accompagnata gli arresti, gli inquirenti fanno esplicito riferimento ad alcuni concetti.
L'accellerazionismo di destra
Il primo di questi è l'accellerazionismo di destra e il riferimento a gruppi come l'Atomwaffen Division, una sigla già messa fuori legge in diversi paesi a cominciare della Gran Bretagna. L'accellerazionismo di destra teorizza che, per vedere nascere un nuovo stato e un nuovo ordine basato su criteri di purezza razziale e ispirato al nazionalsocialismo, è necessario lavorare per portare il più velocemente possibile al collasso dell'ordine vigente. Per farlo la violenza è un elemento indispensabile e quasi ovvio. In questa visione apocalittica la società democratica e multiculturale dell'occidente, è ormai troppo corretta per poter essere cambiata o riformata, e visto che è già destinata a collassare, il compito dei militanti neonazisti è quello di lavorare perché ciò accada il più velocemente possibile così da poter rifondare un nuovo ordine.
Cos'è la Siege Culture e cosa significa
Strettamente connessa all'idea di un'accellerazionismo di destra c'è poi quella che gli inquirenti definiscono come Siege Culture, che secondo l’inglese Centre for research on security threats si può descrivere così: "I sostenitori della Siege Culture hanno una visione del mondo antidemocratica, anti-illuminista, razzista e suprematista bianca. Credono di essere ariani, un gruppo specifico e superiore al vertice di una gerarchia razziale. Sono ostili verso i non bianchi, i non eterosessuali, gli ebrei e il governo. Siege Culture include l'idea del "Sistema", una cospirazione del governo, degli ebrei, dei capitalisti e di tutte le altre forze che agiscono contro gli interessi ariani".
Il terrorismo suprematista e neonazista della "White Jihad"
L'universo del terrorismo suprematista e neonazista si autonomina spesso come White Jihad. L'idea è quella di prendere non solo tecniche dei terroristi islamisti, ma soprattuto di mutuarne il fervore ideologico, la convinzione di essere immersi in una lotta per la sopravvivenza della propria razza. Nell'idea della necessità di una guerra razziale contribuiscono idee e teorie del complotto come "la grande sostituzione", il "genocidio dei bianchi" che ormai sono diventate mainstream grazie all'affermazione di partiti di estrema destra e populisti di destra che ne hanno fatto un largo uso nella loro propaganda.
I punti di riferimento degli aspiranti terroristi
Oltre agli attentatori e gli stragisti di Utoya e Christchurch, i già citati Brevick e Tarrant, il gruppo di aspiranti terroristi italiani aveva altri punti di riferimento oltre alle citazioni di Hitler, Himmler, Degrelle, Evola etc. Tra questi non si può non citare la bibbia di tutti i terroristi di estrema destra, ovvero i Diari di Turner, di Andrew Macdonald, pseudonimo del neonazista William Luther Pierce leader della Arian Nation. Nel libro un'organizzazione clandestina americana conduce una rivoluzione contro che si traduce in un'orgia di sangue ai danni di chi non è bianco, degli ebrei e dei bianchi che non condividono le loro idee, e poi un una guerra atomica che crea un nuovo ordine mondiale. Il romanzo ha anche ispirato le azioni di veri terroristi: l'attentatore di Oklahoma City, nel quale nel 1995 il giovane reduce Timothy McVeigh fece 168 facendo saltare in aria con un ordigno rudimentale un edificio federale, aveva letto proprio i Diari. C'è poi James Nolan Mason, che con due ex membri del gruppo di Charles Manson fonderà l'Universal Order e poi il Fronte di Liberazione Nazionalsocialista. I suoi testi, che invitano al terrorismo e alla violenza dei lupi solitari da mettere in atto subito contro i nemici della razza, conoscono ancora oggi un'intensa circolazione.