Chi sono i ministri del Conte bis che non faranno parte del governo Draghi
Domani alle ore 12.00 i nuovi ministri dell'esecutivo guidato da Mario Draghi presteranno giuramento. Il presidente del Consiglio è salito questa sera al Colle per sciogliere la riserva davanti a Sergio Mattarella e annunciare la lista dei componenti della squadra di governo. Che, in realtà, eredita diversi nomi dal Conte bis: ci sono Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, Lorenzo Guerini, Stefano Patuanelli, Roberto Speranza, Dario Franceschini, Fabiana Dadone, Elena Bonetti e Federico D'Incà. Ma chi sono quindi i ministri del vecchio governo che non sono stati riconfermati?
Alcuni nomi, in particolare, difficilmente avrebbero trovato d'accordo questa maggioranza allargata. Ad esempio l'ex ministro della Giustizia, il Cinque Stelle Alfonso Bonafede, duramente criticato da Italia Viva. Al suo posto ci sarà Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale. Nemmeno Lucia Azzolina, ex titolare dell'Istruzione, spesso attaccata dalla Lega, farà parte del nuovo governo e sarà sostituita da Patrizio Bianchi. Anche al ministero dell'Università l'ex ministro Gaetano Manfredi non è stato riconfermato.
Altri ex ministri del Movimento Cinque Stelle che non sono stati riconfermati sono Vincenzo Spadafora (Sport), Paola Pisano (Innovazione) e Nunzia Catalfo (Lavoro). Non saranno più ministri nemmeno Giuseppe Provenzano, del Pd, che verrà sostituito da Mara Carfagna, e Vincenzo Amendola. E cambierà titolare anche via XX Settembre: al ministero dell'Economia, infatti, non sarà più guidato dal dem Roberto Gualtieri. Al suo posto un tecnico, Daniele Franco. Non c'é stata la riconferma anche per Sergio Costa, ex ministro dell'Ambiente. Aria di cambiamenti anche al ministero dei Trasporti e a quello degli Affari regionali, dove non ci saranno più Paola De Micheli e Francesco Boccia. Infine, nemmeno Teresa Bellanova rientra nella nuova squadra: al suo posto ci sarà Stefano Patuanelli che, nonostante non sia stato riconfermato allo Sviluppo Economico, rimane comunque nell'area di governo passando, appunto, al ministero dell'Agricoltura.