Chi sono gli esclusi dalle liste elettorali del Partito democratico
Stanno facendo discutere le liste elettorali del Partito democratico. Non tanto per i nomi presentati nei vari collegi in vista del 25 settembre, quanto per quelli che sono stati esclusi. O per quelli che, trovatisi infilati in un collegio impossibile, hanno deciso di rinunciare. "Ricandidare tutti gli uscenti era impossibile. Quattro anni da il metodo per fare le liste era fare tutto da soli. Potevo imporre i miei, ma ho cercato di comporre un equilibrio perché il partito è comunità", aveva commentato in serata il leader Enrico Letta dopo una lunga direzione del Pd.
L'accusa velata che viene fatta al segretario dem è quella di essersi voluto liberare degli ultimi esponenti vicini a Matteo Renzi, rimasti nel partito. È il caso di Luca Lotti, ex fedelissimo del leader di Italia Viva che, dopo la scissione, è diventato il riferimento di Base Riformista insieme a Lorenzo Guerini. "La scelta è politica, nessuno si nasconda dietro a scuse vigliacche", ha scritto in un post sui social. Per poi proseguire: "Letta mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Ma anche quando alcune scelte sembrano più dettate dal rancore che dalla coerenza politica, mi troverete sempre dalla stessa parte. Dalla parte del Pd".
Ha fatto molto discutere anche l'esclusione di Giuditta Pini, deputata che ha portato avanti importanti battaglie per i giovani e le donne in questa legislatura. "Voglio rassicurare chi di voi mi ha scritto che porterò (e se vorrete porteremo) avanti le nostre battaglie con ancora più forza, per le strade e nelle piazze", ha voluto scrivere in un post sui social.
C'è poi la questione della senatrice Monica Cirinnà, candidata in un collegio dove la destra ha pressoché la vittoria assicurata. Una nomina sacrificata, nonostante alla fine l'esponente dem abbia deciso di correre lo stesso: "È stato uno schiaffo candidarmi in un collegio difficile, senza paracadute e senza dirmelo. Nonostante ciò, ho deciso di non rifiutare la candidatura nella fossa dei leoni, un collegio difficile e perdente", ha detto non nascondendo l'amarezza nei confronti della direzione del partito.
Fuori anche Valeria Fedeli. "Come avrete visto, non sono candidata al prossimo Parlamento. Proseguirò il mio impegno politico sul territorio, per continuare a cercare soluzioni che migliorino la vita delle persone, in particolare delle donne e dei giovani. È quello che ho sempre fatto, prima come sindacalista, poi nell'attività parlamentare e di governo", ha scritto sui social l'ormai ex senatrice.