Chi saranno i ministri tecnici del governo Meloni: tutti i nomi in circolazione
Giorgia Meloni aspetta impaziente. Il momento delle consultazioni dal Presidente della Repubblica, a cui poi seguirà – quasi certamente – l'incarico per formare un nuovo governo, si avvicina sempre di più. Perciò bisogna stringere sulla lista dei ministri, in modo da non perdere tempo e permettere all'esecutivo a guida Meloni di entrare rapidamente nel pieno delle sue funzioni. L'incontro di oggi con Berlusconi dovrebbe servire a riappacificare gli animi – almeno per il momento – e sciogliere i nodi più importanti che ancora tengono in sospeso la squadra di governo. Alla fine la maggior parte dei ministeri andranno a figure provenienti dal mondo della politica, ma ci sarà anche qualche tecnico.
Secondo gli ultimi retroscena, infatti, la spartizione finale delle poltrone dovrebbe vedere Fratelli d'Italia con nove o dieci ministeri, la Lega con sei e Forza Italia con cinque. Il resto – per arrivare a 23 ministri, lo stesso numero del governo Draghi – sarà rappresentato da alcuni tecnici esperti per delle caselle chiave. È il caso – ad esempio – del ministero della Salute, dove potrebbe andare Guido Bertolaso. Sarebbe un tecnico molto gradito a Forza Italia, che dovrebbe compensare – in un certo senso – la perdita delle caselle pesanti per via della lite con Meloni, vedendo allo stesso tempo la Lega ottenere un ministero in più.
Al ministero della Transizione ecologica potrebbe andare, secondo la stessa logica, Antonio D'Amato – ex presidente di Confindustria che sarebbe gradito a Berlusconi – un tecnico, ma di area. Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, potrebbe approdare al ministero della Cultura, mentre il resto dei ministri sarebbero prettamente politici. Al netto di chi considera il prefetto Matteo Piantedosi un tecnico: è stato per un anno e mezzo il capo di gabinetto di Matteo Salvini al Viminale, facendone le veci tutte le volte che il leader della Lega si trovava in campagna elettorale in giro per l'Italia. All'Economia – nodo centrale nelle ultime settimane post elezioni – alla fine dovrebbe andare il leghista Giorgetti. Non un tecnico, insomma.