Chi sarà escluso dal nuovo reddito di cittadinanza e come funzionerà la Mia del governo Meloni
Il 2023 sarà l'anno della Mia, Misura di inclusione attiva. La nuova politica di aiuto per le fasce più deboli della popolazione del governo Meloni andrà a sostituire il reddito di cittadinanza, che verrà progressivamente abolito nel corso dell'anno. Prima lo perderanno gli occupabili, poi tutti gli altri a prescindere dalla condizione lavorativa. La nuova misura avrà dei paletti più stringenti per ottenerla, ma sarà anche meno generosa a livello economico: l'importo degli assegni calerà praticamente per tutti, anche per chi continuerà a ricevere un aiuto dallo Stato. Altri, invece, saranno esclusi dalla Mia.
Il primo taglio netto riguarda la platea dei beneficiari: il tetto massimo al reddito Isee per chiedere l'aiuto scende da 9.360 a 7.200 euro. In questo modo vengono lasciate fuori centinaia di migliaia di persone che prima ricevevano il reddito di cittadinanza. Poi ci sarà un'ulteriore redistribuzione, dovuta al fatto che – nella linea del governo Meloni – il sostegno serve alle famiglie e non ai single, soprattutto se non hanno persone occupabili. Per questo motivo l'importo massimo dell'assegno sarà di 500 euro e verrà erogato solo alle famiglie – appunto – con persone non occupabili. In questo caso la durata dell'assegno sarà di diciotto mesi.
Per le famiglie in cui ci sono degli occupabili, l'assegno scenderà automaticamente del 25%, arrivando a un importo mensile di 375 euro. Questa sarà la quota anche per i single che cercano lavoro e, non trovandolo, usufruiscono della Mia. Ma attenzione: in questo caso la durata del sostegno al reddito sarà solamente di dodici mesi, durante i quali ci saranno una serie di politiche attive che i beneficiari dovranno in qualche maniera rispettare. Si parla di formazione, offerte di lavoro e altri paletti. Il tutto messo a regime grazie a una piattaforma in grado di incrociare domanda e offerta di lavoro, su cui il ministero guidato da Elvira Calderone sta lavorando da mesi.