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Superbonus 110, le ultime notizie

Chi può usare il Superbonus nel 2024, le nuove regole e quanto vale l’agevolazione

Il Superbonus 110% non esiste più, se non per le spese effettuate e asseverate con un Sal entro il 31 dicembre 2023. Per il 2024 invece il rimborso scende al 70%. Chi aveva usato lo sconto in fattura o la cessione del credito, e ora vuole chiudere i lavori in anticipo, potrà beneficiare di una sanatoria e non dovrà restituire i soldi ottenuti finora.
A cura di Luca Pons
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Nel 2024 si chiudono le porte del Superbonus 110%: nessuno potrà ricevere questa percentuale per le spese effettuate quest'anno, ma solo per quelle che risalgono al 2023, e solo per i lavori per i quali risulta almeno uno Stato di avanzamento dei lavori (Sal) al 31 dicembre 2023. L'asseverazione dovrà attestare che gli interventi rispettano i requisiti tecnici richiesti e che le spese da rimborsare sono congrue rispetto agli interventi.

Per il 2024 l'agevolazione scende al 70%, e ci saranno una serie di scadenze da tenere a mente. Entro il 16 marzo 2024 bisognerà inviare (per chi ha scelto cessione del credito e sconto in fattura) all'Agenzia delle Entrate le comunicazioni sulle opzioni per le spese effettuate nel 2023. Entro il 31 dicembre 2024, come detto, si potranno effettuare spese che beneficeranno del 70% di sconto. Chi invece farà richiesta per accedere al Fondo di povertà potrà farlo per tutte le spese effettuate fino al 31 ottobre 2024.

Nel 2025 andrà al 65%, e sarà l'ultimo anno in cui il Superbonus resterà in vigore. È probabile che sarà poi sostituito da altre misure simili, dato che la ristrutturazione degli edifici per migliorare i consumi energetici è tra gli obiettivi dell'Unione europea per i prossimi anni.

Quanto vale il Superbonus nel 2024

Da quest'anno dunque le spese effettuate nei cantieri che richiedono il Superbonus riceveranno un rimborso fiscale del 70%. Per chi ha iniziato i lavori nel 2022, resterà la possibilità della cessione del credito o dello sconto in fattura, ma sempre e solo al 70%. Le uniche spese per le quali si può ancora ottenere un rimborso del 110% sono quelle effettuate ee asseverate con uno Stato di avanzamento dei lavori entro il 31 dicembre 2023. Tutto questo si applica ai condomini, mentre per le villette la possibilità dello sconto si è chiusa a fine 2023, senza proroghe.

Cosa può fare chi ha ancora un cantiere aperto

Chi ha ancora dei lavori in corso può proseguire e passare a uno sconto del 70%, più basso dell'anno scorso (quando era al 90% o al 110% a seconda delle situazioni). Per chi vorrebbe ridurli o chiuderli, dato che non c'è più la possibilità di accedere al 110%, il governo Meloni ha previsto una sanatoria. La misura è rivolta a chi ha scelto l'opzione della cessione del credito o dello sconto in fattura. Anche se i lavori non vengono ultimati e non si raggiunge l'obiettivo prefissato per il Superbonus, cioè il salto di due classi energetiche, non sarà obbligatorio restituire i crediti riscossi finora. Questo dovrebbe rendere più semplice chiudere i cantieri evitando contenziosi tra aziende e committenti.

Cos'è il Fondo di povertà per i redditi bassi

In più, è stato previsto un cosiddetto Fondo di povertà. Per chi ha un Isee sotto i 15mila euro, la differenza tra il 70% e il 110% per le spese effettuate entro il 31 ottobre 2024 sarà compensata in parte con soldi pubblici. Questo è riservato a chi ha completato e asseverato almeno il 60% dei lavori al 31 dicembre 2023, e non è chiaro quanti soldi ci saranno a disposizione per coprire tutti gli interventi, né il modo in cui saranno erogati. Se ne saprà di più nei prossimi mesi, quando è atteso un decreto del ministero dell'Economia che fornisca ulteriori informazioni. Al momento, il fondo che il governo ha stanziato contiene poco più di 16 milioni di euro, che con tutta probabilità non basterebbero.

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