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Chi nega l’olocausto rischia fino a sei anni di carcere

La Camera ha approvato ieri il ddl che punisce con la reclusione fino a sei anni coloro che negano l’olocausto.
A cura di Davide Falcioni
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Continuando a ricordare e commemorare corriamo forse il rischio di smarrire il senso più profondo del nostro passato Il 27 gennaio del 2012 deve essere ancora una grande opportunità per confrontarci con la barbarie che, in ogni momento ed in ogni punto del mondo, può risorgere fiera e travolgere il presente.

La Camera dei deputati ha approvato, con 237 voti favorevoli, 5 contrari e 102 astenuti, il disegno di legge sul negazionismo ch configura un nuovo reato nel codice penale italiano: il legislatore infatti dispone l'applicazione della pena "da due a sei anni se la propaganda, ovvero l'istigazione e l'incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale". Il negazionismo, quindi, diventerà un'aggravante, aggiunta alla legge Mancino, rispetto ai reati di stampo xenofobo e di discriminazione razziale.

Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha commentato: "Oggi, nell'aula della Camera, si è compiuto l'ultimo atto di uno straordinario impegno civico e culturale che ha visto protagoniste le massime istituzioni del nostro Paese". Con l'approvazione del ddl sul negazionismo "l'Italia scrive infatti una pagina storica della sua recente vicenda parlamentare e dota il legislatore di un nuovo fondamentale strumento nella lotta ai professionisti della menzogna tutelando al tempo stesso, con chiarezza, principi irrinunciabili quali la libertà di opinione e di ricerca". "Il ringraziamento – aggiunge il presidente dell'Ucei – va in particolare a tutti quei parlamentari che con inesauribile passione e impegno hanno fatto sì che questo risultato potesse essere raggiunto nei modi e nei tempi più adeguati".

"Con l'approvazione di questo provvedimento, il Parlamento intende contrastare una delle forme più sottili e striscianti della diffamazione razziale, della xenofobia a sfondo antisemita e non solo, e in genere dell'incitazione all'odio", ha dichiarato Chiara Gribaudo, vice-presidente del Gruppo Pd della Camera.

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