Chi ha presentato la mozione di sfiducia a Matteo Salvini, perché e quando verrà discussa
Arriva in Aula alla Camera la mozione di sfiducia a Matteo Salvini, presentata da Azione e sottoscritta da tutta l'opposizione, meno Italia Viva. Il voto è atteso tra la serata di mercoledì 3 aprile e giovedì 4 aprile, ma potrebbe anche slittare a venerdì se necessario: del resto l'agenda dei lavori è fittissima, con Montecitorio chiamata a votare anche sulla mozione di sfiducia presentata nei confronti della ministra Daniela Santanché, indagata per truffa ai danni dell'Inps per la vicenda della cassa integrazione Covid. La mozione contro il vicepremier Salvini parte dai rapporti tra il suo partito e Russia Unita, la forza politica di Vladimir Putin, ed è stata annunciata all'indomani delle elezioni in Russia. Per i firmatari il ministro dei Trasporti "non può presentare degnamente la Repubblica italiana" visto che "dimostra di non esercitare le proprie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione".
Nel testo della mozione, inoltre, vengono citate le affermazioni di Salvini risalenti al 2015, quando il leader leghista era un parlamentare europeo e affermava che la Russia fosse "molto più democratica dell'Ue", assicurando di voler "fare a cambio" e "portare Putin nella metà dei Paesi europei". La mozione poi ricorda come, sempre in quell'anno, "Salvini pubblicava un post sui propri canali social in cui scriveva ‘cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin', allegando una sua fotografia in cui posava, all'interno dell'aula di Strasburgo, indossando una maglietta con sopra stampato il volto di Vladimir Putin".
Il testo parla quindi dell'accordo stretto nel 2017 tra la Lega e Russia Unita. Un'intesa che sarebbe stata "automaticamente rinnovata il 6 marzo 2022, successivamente, quindi, all'invasione russa dell'Ucraina", senza che Salvini "agisse mai formalmente al fine di interrompere il rapporto di collaborazione con l'entità politica" del presidente russo.
Ieri la Lega in una nota ha affermato che quell'accordo non abbia più alcun valore: "La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell’invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani: lo dimostrano, per esempio, i 28 accordi multimiliardari siglati a Trieste nel novembre 2013 dall’esecutivo di Enrico Letta alla presenza di Vladimir Putin, la missione dell’allora Premier Matteo Renzi a San Pietroburgo nel giugno 2016 per “intese da oltre un miliardo”, gli accordi di Sochi siglati dall’allora Premier Paolo Gentiloni e Vladimir Putin nel maggio 2017, la missione in Russia del giugno 2017 dell’allora ministro Carlo Calenda per confermare contratti da almeno 4 miliardi. Il tutto senza dimenticare che perfino importanti gruppi editoriali italiani hanno siglato accordi con la Russia per distribuire in Italia alcuni allegati".
E ancora: "Come già ribadito, i propositi di collaborazione puramente politica del 2017 tra la Lega e Russia Unita non hanno più valore dopo l’invasione dell’Ucraina. Di più. Anche negli anni precedenti non c’erano state iniziative comuni. La linea della Lega è confermata dai voti in Parlamento: dispiace che l’Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall’opposizione".
Parole che però non convincono i promotori della mozione, secondo cui anzi confermerebbero "che siamo di fronte a un problema che mette in imbarazzo l'intera maggioranza". Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, ha sottolineato: "La dichiarazione della Lega contiene una nuova menzogna: ora ci spiegano che dopo l'invasione dell'Ucraina a opera di Putin quel testo non vale più, in realtà quell'accordo contiene una clausola automatica di rinnovo. La verità è che le ambiguità di Salvini sulla Russia sono tutt'altro che chiarite ed è per questa ragione che andiamo avanti convinti con la nostra mozione di sfiducia".