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Chi guiderebbe un governo di larghe intese? Si pensa a Giuliano Amato o Enrico Letta

Giuliano Amato ed Enrico Letta, questi i nomi ipotizzati sino ad ora per ricoprire l’eventuale incarico di guida di un governo dalle larghe intese. Il primo ha già assunto un ruolo simile in passato, il secondo potrebbe essere preferibile per questioni anagrafiche e strettamente partitiche.E.
A cura di Andrea Parrella
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A questo punto, benché prematuro, si inizia a congetturare su quale possa essere il nome di colui che, dopo consultazioni che saranno quanto più brevi possibile, assumerà l'incarico del governo ponte, di collaborazione tra le forze politiche. Dalla tarda mattinata, ovvero quando si è fatta concreta l'ipotesi di un Napolitano bis, si è cominciato subito a pensare chi potesse incarnare una figura adatta a gestire quello che il MoVimento 5 Stelle sta sempre più chiamando un inciucio, sino a definirlo, come ha fatto Grillo pochi minuti fa annunciando la sua discesa a Roma, un vero e proprio "colpo di stato".

L'ipotesi Amato – Fino a qualche giorno fa era tra i nomi caldeggiati per assolvere ad una più che probabile chiamata al Colle. Si tratta di Giuliano Amato, ex premier e ministro, nei tempi recenti più chiacchierato per le sue pensioni d'oro che per altro. Sarebbe lui la figura in pole position per guidare una compagine formata da esponenti del Pd, uniti ad eventuali membri dell'attuale governo tecnico, non trascurando, contemporaneamente, l'emiciclo di centrodestra. Sarebbe in fondo un ruolo simile a quello che assunse nella sua precedente esperienza alla guida del governo, un incarico d'ufficio per realizzare le indicazioni dei dieci saggi.

L'alternativa Enrico Letta – Appunto, i saggi. Napolitano avrebbe chiaramente chiesto, nelle garanzie pretese quest'oggi prima di accettare (nolente) un'altra chiamata alla responsabilità, che gli obiettivi indicati dai dieci saggi siano i fuochi dell'azione di un governo di larghe intese. Ed Enrico Letta potrebbe essere realisticamente una figura idonea di alternativa a Giuliano Amato, probabilmente penalizzato dall'essere fattivamente fuori dalle due camere. Al contrario Letta ricopre un incarico fondamentale nel suo partito e non lo si può certo ritenere lontano da quel profilo votato alla concertazione di cui ci sarebbe bisogno per un esperimento di questo tipo.

La priorità del presidente – Al momento, tutti gli elettori del presidente che si stanno avvicendando a Montecitorio dinanzi alle telecamere scacciano questa argomentazione. Privilegiano la priorità di eleggere il presidente della Repubblica e poi pensare a dare rapidissime risposte al paese. In realtà, il filo che lega la richiesta di un Napolitano bis e quella del governo larghe intese pare visibile ad occhio nudo.

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