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Chi guadagna di più con il taglio del cuneo fiscale: la tabella degli aumenti di stipendio

Nel 2023 gli stipendi dei lavoratori dipendenti aumenteranno grazie al taglio del cuneo fiscale: vediamo chi ne beneficia e di quanto cresceranno le buste paga.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il taglio del cuneo fiscale inserito dal governo Meloni nella legge di Bilancio produrrà un aumento di stipendio per milioni di lavoratori dipendenti. Già dalla busta paga di gennaio si vedranno gli aumenti – tra chi l'ha già ricevuta e chi ancora l'aspetta – ma saranno variabili a seconda della propria retribuzione annua lorda.

Il taglio, infatti, non interessa tutti: il governo Meloni ha confermato la decontribuzione al 2% per i redditi fino a 35mila euro, inserendo un ulteriore punto – quindi arrivando al 3% – per chi guadagna fino a 25mila euro. Sono proprio queste categorie di lavoratori a beneficiare maggiormente dell'intervento del governo, con aumenti in busta fino quaranta euro.

Cos'è il taglio del cuneo fiscale e in cosa consiste

Con taglio del cuneo fiscale, così come presentato dal governo Meloni e dall'esecutivo di Mario Draghi prima, ci si riferisce a quella che – di fatto – è una decontribuzione. Ovvero una riduzione della percentuale di contributi a carico del lavoratore dipendente. La contribuzione previdenziale di norma è al 33%, di cui il 9,19% a carico del lavoratore e il 23,81% a carico del datore. Il taglio interviene sulla quota del lavoratore, portando l'aliquota al 7,19% per i redditi tra i 25mila e i 35mila euro e al 6,19% per i redditi fino a 25mila euro. Parliamo sempre del lordo annuo.

Chi vedrà aumentare lo stipendio nel 2023

L'aumento di stipendio netto riguarda, come dicevamo, i redditi fino a 35mila euro. Ma anche se la fascia 25mila-35mila beneficia di un taglio decontributivo del 2%, grossi cambiamenti non ce ne saranno, perché la stessa riduzione del cuneo era già valida nel 2022. Discorso diverso per i redditi fino a 25mila euro, per cui scatta un ulteriore punto di decontribuzione. Il taglio, inoltre, riguarda i dipendenti con l'esclusione dei lavoratori domestici, come comunicato dall'Inps nella circolare esplicativa.

L'aumento netto in busta paga: la tabella

Conti alla mano, l'aumento corrisponde allo sconto contributivo prodotto dal taglio del cuneo. In altre parole: quei punti percentuali – che di fatto diventano a carico dello Stato – valgono un certo ammontare di denaro tutti i mesi, che confluisce direttamente nella busta paga. Questo è lo schema, tenendo conto del taglio differente in base al reddito annuo lordo:

  • 10mila euro lordi, 19,25 euro netti in busta paga in più
  • 12.500 euro lordi, 24,06 euro netti in busta paga in più
  • 15mila euro lordi, 28,88 euro netti in busta paga in più
  • 17.500 euro lordi, 28,81 euro netti in busta paga in più
  • 20mila euro lordi, 32,92 euro netti in busta paga in più
  • 22.500 euro lordi, 37,04 euro netti in busta paga in più
  • 25mila euro lordi, 41,15 euro netti in busta paga in più
  • 27.500 euro lordi, 30,18 euro netti in busta paga in più
  • 30mila euro lordi, 32,92 euro netti in busta paga in più
  • 32.500 euro lordi, 30,51 euro netti in busta paga in più
  • 35mila euro lordi, 32,85 euro netti in busta paga in più
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