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Caso Almasri

Chi è Najeem Osema Almasri, il generale libico liberato dall’Italia e di cosa è accusato

Domenica 19 gennaio, la Digos di Torino ha arrestato Osema Almasri Habish Najeem, 45 anni, noto come Almasri. Il generale libico è stato scarcerato pochi giorni dopo, martedì 21, e riportato a Tripoli. La Corte penale internazionale ha chiesto il suo arresto perché è accusato di crimini contro l’umanità.
A cura di Luca Pons
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Najeem Osema Almasri Habish, nato a Tripoli il 16 luglio del 1979. Questo è il profilo del generale libico che le autorità italiane hanno arrestato domenica 19 gennaio a Torino, e che poi hanno rilasciato martedì 21 gennaio.

Il caso sta sollevando dure polemiche perché Almasri, capo della Polizia giudiziaria libica è accusato di gestire prigioni in Libia – tra cui quella di Mitiga – dove avvengono numerose violazioni dei diritti umani. Eppure l'Italia lo ha lasciato andare, ufficialmente per un cavillo tecnico che però ha lasciato molti dubbi, nonostante il governo Meloni abbia negato qualsiasi intervento politico.

Chi è Almasri, leader della Polizia giudiziaria libica e capo della prigione di Mitiga

Le informazioni note su Almasri sono poche. Si sa che il 45enne è una delle persone coinvolte nelle indagini della Corte penale internazionale, iniziate nel marzo 2011. È il capo della Polizia giudiziaria libica e guida il ramo di Tripoli Istituzione di riforma e riabilitazione, una rete di prigioni gestite dalla Forza speciale di deterrenza, nota informalmente come Rada. Tra queste prigioni c'è anche il carcere di Mitiga, da anni al centro di denunce per le violazioni dei diritti umani che avvengono al suo interno.

La Rada è di fatto una milizia, o polizia militare, che agisce in collaborazione con il governo in carica della Libia occidentale, guidato da Abdul-Hami Dbeibah, con sede a Tripoli. Come altre milizie libiche, la Rada è stata accusata di crimini di guerra nel corso della guerra civile nata dopo la caduta di Gheddafi nel 2011, e non solo.

I legami tra milizie libiche, Italia e Ue

Il governo di Dbeibah, ufficialmente riconosciuto a livello internazionale, è anche quello con cui l'Italia ha stipulato gli accordi sui migranti firmati nel 2017 e poi rinnovati ogni tre anni. Milizie come la Rada, di cui Almasri è una figura importante, hanno un ruolo anche in questo campo. Bloccano violentemente le persone che arrivano in Libia per attraversare il Mediterraneo, spesso rinchiudendole in carcere e – secondo i report di numerose organizzazioni umanitarie – sottoponendoli a torture ed estorsioni.

Come dimostrano gli accordi sulle migrazioni, il governo di Roma ha stretti legami con quello di Tripoli. I finanziamenti italiani alla Libia servono proprio a far sì che le forze libiche blocchino le persone migranti e impediscano loro di arrivare in Europa. Anche l'Unione europea ci mette dei soldi, finanziando l'addestramento della cosiddetta Guardia costiera libica (che spesso usa imbarcazioni acquistate dall'Italia).

Le accuse della Corte penale internazionale ad Almasri

Nel comunicato in cui la Corte penale internazionale ha sostanzialmente rimproverato l'Italia per aver scarcerato Almasri, i giudici hanno anche ricordato l'elenco completo delle accuse a suo carico. Il mandato di arresto internazionale, che era stato richiesto negli scorsi mesi, è stato emesso ufficialmente il 18 gennaio. In sintesi i reati (riportati così dalla Corte d'appello di Roma quando ne ha ordinato la liberazione) sono di "crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga, in Libia", puniti "con la pena massima dell'ergastolo".

Le accuse sono riferite al periodo dal febbraio 2015 in avanti, stando al comunicato della Cpi. Nelle prigioni da lui gestite, "migliaia di persone sono state detenute per periodi prolungati". Tra i crimini di guerra e contro l'umanità ci sono "omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale".

Più in particolare, riprendendo lo Statuto di Roma su cui si basa la Corte penale internazionale, i crimini di guerra di cui è accusato Almasri sono:

  • Violare la dignità personale con trattamenti umilianti e degradanti
  • Trattamenti crudeli e tortura;
  • Stupro e violenza sessuale
  • Omicidio

I crimini contro l'umanità per i quali è ricercato, invece, sono:

  • Imprigionamento
  • Tortura
  • Stupro e violenza sessuale
  • Omicidio
  • Persecuzione contro un gruppo o una collettività dotati di propria identità, inspirata da ragioni di ordine politico, razziale, nazionale, etnico, culturale, religioso o di genere sessuale

Tutti questi reati sarebbero stati commessi da Almasri, da lui ordinati oppure avvenuti con la sua assistenza ad opera di membri della Rada. I crimini sarebbero avvenuti nella prigione di Mitiga, contro persone incarcerate per la loro religione (perché cristiani, atei o altro ancora), perché "sospettati di ‘comportamento immorale' e omosessualità", per il loro presunto supporto a gruppi armati. O anche solo a scopo coercitivo, per ottenere denaro. Questo è il quadro dato dalla Corte penale internazionale.

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