video suggerito
video suggerito

Chi è il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e di cosa è accusato, le intercettazioni: “Tu rischi troppo”

Luigi Brugnaro, 62 anni, è sindaco di Venezia dal 2015. Oggi è indagato per concorso in corruzione per le presunte trattative sulla vendita del terreno dei Pili, di sua proprietà, e di un palazzo comunale. Nato a Mirano il 13 settembre 1961, Brugnaro è stato per anni un imprenditore – fondando il gruppo Umana e comprando la società di basket Reyer – prima di entrare in politica.
A cura di Luca Pons
94 CONDIVISIONI
Immagine

A Venezia è scoppiato un caso giudiziario: oltre all'arresto dell'assessore comunale Renato Boraso con l'accusa di reati contro la pubblica amministrazione, la Procura ha fatto sapere che nel registro degli indagati è iscritto anche il sindaco Luigi Brugnaro. Il 62enne, nato a Mirano il 13 settembre 1961, è primo cittadino dal 2015. L'accusa nei suoi confronti riguarda la gestione del suo blind trust, che è proprietario dei Pili, un terreno che si affaccia sulla laguna veneta. Brugnaro avrebbe portato avanti una trattativa, poi mai conclusa, per vendere il terreno a 150 milioni di euro al magnate singaporiano Ching Chiat Kwong, impegnandosi in cambio a rendere il terreno più edificabile.

Chi è Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia

Luigi Brugnaro è nato a Mirano, in provincia di Venezia, il 13 settembre 1961. La madre, Maria, era una maestra elementare, mentre il padre Ferruccio faceva l'operaio e guidava il sindacato allo stabilimento di Porto Marghera della Montefibre. Cresciuto a Spinea, Brugnaro si è diplomato al liceo scientifico di Mirano e si è laureato in architettura all'università Iuav di Venezia. Ha cinque figli.

La sua carriera da imprenditore è iniziata con la fondazione, nel 1997, dell'agenzia interinale Umana Spa, che oggi è parte di una holding con lo stesso nome. Nel 2006, Brugnaro è diventato il presidente della Reyer Venezia Mestre, la squadra di basket della città, sia a livello femminile che maschile: attualmente non ne è più presidente, carica che ha lasciato quando è diventato sindaco, ma è ancora il proprietario della società. Dal 2009 al 2013 Brugnaro è stato anche presidente di Confindustria Venezia, mentre dal 2012 al 2014 ha presieduto Assolavoro, l'associazione di categoria delle agenzie per il lavoro.

La carriera politica e la nascita del blind trust

La sua carriera politica è iniziata nel 2015, quando si è candidato come sindaco di Venezia con il sostegno di Forza Italia, vincendo al secondo turno, dopo aver avuto il sostegno anche della Lega Nord e di Fratelli d'Italia. Nei primi mesi del suo mandato ha attirato polemiche internazionali con la decisione di rimuovere dalle scuole dell'infanzia alcuni libri che trattavano, tra le altre cose, di coppie omogenitoriali o di adozione.

Brugnaro è stato poi riconfermato per un secondo mandato nel 2020, vincendo questa volta al primo turno. Il governance poll del 2024 ha rilevato che è il quarto sindaco più apprezzato in Italia tra quelli dei capoluoghi di provincia. Nel 2021, il sindaco ha fondato un nuovo partito di centro-destra chiamato Coraggio Italia, insieme a Giovanni Toti, sindaco della Liguria oggi indagato per corruzione.

Quando è diventato sindaco, Brugnaro ha affidato la sua azienda e i suoi patrimoni a un blind trust, ovvero sostanzialmente un gruppo di collaboratori che le amministra per suo conto ma senza confrontarsi con lui, per evitare che la sua posizione di sindaco influenzi la gestione del patrimonio. Proprio su questo aspetto si sono concentrate le indagini della Procura di Venezia nei suoi confronti.

Cosa ha scoperto l'indagine sull'area dei Pili e il magnate asiatico Ching

I filoni dell'inchiesta sono due, e le persone indagate nel complesso almeno 22. Le accuse sono a vario titolo di corruzione, concussione, autoriciclaggio, turbata libertà degli incanti e false fatturazioni in concorso. Per quanto riguarda direttamente il sindaco Brugnaro, il caso su cui gli inquirenti si sono concentrati è più specifico, e coinvolge i Pili, un terreno di proprietà del primo cittadino che oggi è affidato al suo blind trust. L'accusa nei suoi confronti è di concorso in corruzione.

Dal 2016, ci sarebbe stata una trattativa tra Brugnaro e il magnate singaporiano Ching Chiat Kwong per vendere il terreno dei Pili, che si affaccia sulla laguna veneta, al prezzo di 150 milioni di euro. Oltre a Brugnaro sono indagati il direttore generale del Comune e suo capo di gabinetto Morris Ceron, il vice di quest’ultimo Derek Donadini e il rappresentante italiano di Ching, Luis Lotti.

L'ipotesi è che i rappresentanti del Comune avrebbero concordato "il versamento di un prezzo di 150 milioni di euro", come si legge nel decreto di perquisizione a Donadini,  e in cambio avrebbero promesso "di far approvare, grazie al loro ruolo all'interno dell'ente comunale, il raddoppio dell'indice di edificabilità sui terreni in questione", oltre alla "adozione di tutte le varianti urbanistiche che si sarebbero rese necessarie". L'idea era quindi di vendere il terreno, di proprietà privata del sindaco, e poi intervenire come Comune per rendere possibile la costruzione "del progetto edilizio ad uso anche commerciale e residenziale della volumetria di 348mila mq che sarebbe stato approntato e presentato da una società di Ching".

La trattativa per i Pili non si è poi mai conclusa. Negli scorsi mesi, quando la vicenda era emersa, Brugnaro si era giustificato dicendo che quelli con Ching erano i normali rapporti del sindaco con un imprenditore interessato a investire sul suo territorio.

La vendita di Palazzo Papadopoli

Ma non è tutto. Nel caso rientra infatti anche la vendita di Palazzo Papadopoli da parte del Comune di Venezia. Anche questa sarebbe stata concordata "con Ching e Luis Lotti", al prezzo "di oltre 10 milioni di euro, inferiore al valore di 14 milioni". Gli esponenti del Comune infatti si sarebbero impegnati, "attraverso l'esercizio dei loro poteri amministrativi", a ridurre la stima del valore del Palazzo, per "facilitare le trattative con Ching e Lotti per la cessione del terreni di proprietà del Brugnaro". La vendita è poi effettivamente avvenuta, "alla società Fortune Oxley srl di Ching al prezzo di 10 milioni e 800mila euro".

L'indagine della Procura si concentra quindi sulla "correttezza della gestione del blind trust", ha specificato il procuratore Bruno Cherchi. L'avviso di garanzia sulle indagini arrivata al sindaco è stato inviato "per trasparenza". Una comunicazione che "forse poteva anche non essere necessaria", ma visto che "Non c’è niente di segreto abbiamo ritenuto di poterlo fare". Da parte sua, il sindaco si è detto "esterrefatto".

Le conversazioni intercettate tra Brugnaro e Boraso: "Ti hanno messo gli occhi addosso"

Fin dal luglio 2022, l'assessore Boraso era controllato dagli inquirenti. Il 17 marzo 2023, durante un incontro con il sindaco Brugnaro, quest'ultimo lo aveva attaccato. Boraso gli aveva detto della chiamata di un imprenditore, e il primo cittadino aveva risposto : "Tu non mi ascolti, te lo posso dire? Non hai capito, tu non capisci un c… Mi stanno domandando anche a me che tu domandi soldi. Tu non ti rendi conto rischi troppo… tu non mi stai ascoltando".

Brugnaro ha ribadito un'altra volta: "Non ci crederai… dicono a me “mi domanda soldi” (…) Però ti dico… se io ti dico di stare attento ti devi controllare, ci sono diversi discorsi che stanno male". L'assessore aveva risposto con una rassicurazione: "Cambio anche il telefono". Allora era arrivata la risposta piccata del sindaco: "Ma non è il telefono… ti hanno messo gli occhi addosso, sta attento a ste robe qua. Devi estirparla…". Poco dopo, l'assessore aveva detto a Brugnaro: "Ma io, la roba che mi spaventa sei tanto coinvolto. Questo io te lo dico".

94 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views