Chi è Francesco Lo Voi, il magistrato dell’indagine Meloni-Almasri e cosa sta succedendo con il governo
Francesco Lo Voi, Procuratore Capo di Roma, è tornato recentemente sotto i riflettori per il suo coinvolgimento nell'indagine sulla liberazione di Njeem Osama Almasri, noto capo libico della Polizia Giudiziaria, accusato dalla Corte penale interazione di torture e ripetute violazioni dei diritti umani perpetuate nel lager di Mitiga. L'inchiesta, che ha suscitato un ampio dibattito politico e mediatico, ha portato Lo Voi a indagare su presunti favoreggiamenti e peculato che coinvolgono alcuni membri di spicco del governo italiano, tra cui la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Francesco Lo Voi ha sempre avuto un profilo professionale legato alla lotta alla criminalità organizzata: a Palermo ha partecipato a inchieste cruciali contro Cosa Nostra, riuscendo a portare a termine arresti eccellenti e a smantellare organizzazioni mafiose. Il Procuratore è inoltre ricordato per il caso Open Arms, che ha visto coinvolto Matteo Salvini: Lo Voi aveva chiesto il rinvio a giudizio del vicepremier leghista, poi assolto perché "il fatto non sussiste".
Chi è Francesco Lo Voi, il magistrato che ha indagato Meloni per il caso Almasri
Francesco Lo Voi è un magistrato italiano, noto per il suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata. Nativo di Palermo, classe 1968, Lo Voi ha ricoperto ruoli di alto livello nella magistratura, diventando nel 2021 Procuratore Capo di Roma. La sua carriera è stata caratterizzata da inchieste di grande rilevanza, in particolare nella lotta alla mafia, e da un forte impegno a livello internazionale nella cooperazione giudiziaria. Recentemente, Lo Voi è tornato al centro dell'attenzione mediatica per il suo ruolo nell’indagine riguardante la liberazione di Almasri. L'indagine ha sollevato un polverone politico, coinvolgendo alti esponenti del governo italiano, tra cui la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Lo Voi ha aperto un'inchiesta per favoreggiamento e peculato, ponendo sotto esame le circostanze che hanno portato alla liberazione di Almasri e il possibile coinvolgimento dei membri del governo in tale decisione.
La carriera di Francesco Lo Voi, tra indagini su Cosa Nostra e ruoli internazionali
Francesco Lo Voi ha sempre avuto un profilo professionale legato alla lotta alla criminalità organizzata: la sua carriera è stata sicuramente caratterizzata da un forte impegno nella Procura di Palermo, dove ha partecipato a inchieste cruciali contro Cosa Nostra, riuscendo a portare a termine arresti eccellenti e a smantellare organizzazioni mafiose. Lo Voi ha anche avuto una carriera internazionale, con ruoli di responsabilità che lo hanno visto collaborare con diverse autorità giuridiche di altri Paesi, esperienze che lo hanno reso uno dei magistrati più apprezzati nel panorama giuridico italiano.
Il ruolo di Francesco Lo Voi nel processo a Matteo Salvini sul caso Open Arms
Un altro momento significativo della carriera di Lo Voi è stato il suo ruolo nelle indagini relative al caso Open Arms, che ha visto coinvolto Matteo Salvini. La sentenza del processo di primo grado, in cui Salvini era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, per aver impedito lo sbarco di 147 migranti, che per 19 giorni, nell'agosto 2019, erano rimasti a bordo della nave spagnola Open Arms, davanti a Lampedusa è durato tre anni. Il Procuratore Lo Voi aveva chiesto il rinvio a giudizio del vicepremier leghista, poi assolto perché "il fatto non sussiste".
Cosa sta succedendo tra il procuratore di Roma Francesco Lo Voi e il governo
Lo Voi è recentemente tornato sotto i riflettori per l'indagine che ha coinvolto diversi esponenti del governo italiano, compresa la premier Meloni, a seguito della liberazione di Almasri. Questo caso ha sollevato molte polemiche politiche, con alcune voci che insinuano un possibile coinvolgimento diretto o indiretto della politica nell'operato giudiziario di Lo Voi. In particolare, la reazione del governo e delle forze politiche vicine al centrodestra ha alimentato un clima di tensione, con accuse di strumentalizzazione della giustizia. Il magistrato, che ha sempre rivendicato la sua indipendenza e il rispetto della legge, si trova ora a gestire un momento delicato per il suo operato. Sono molteplici infatti le critiche dalla maggioranza di governo.
Un esempio fra tutti quello di Antonio Tajani, che ha sollevato numerose critiche nei confronti del procuratore capo di Roma, sul caso Almasri. Secondo il ministro degli Esteri, infatti, la decisione di iscrivere nel registro degli indagati alcuni membri del governo non sarebbe un atto dovuto, ma una scelta discrezionale: "Mi auguro che non sia legata ad altre vicende. È frutto della richiesta di un avvocato che, in passato, ha fatto parte di un governo di sinistra e ora appartiene all’opposizione. A pensar male si fa sempre bene", ha dichiarato.
Il caso Caputi e il rischio di provvedimenti disciplinari per Lo Voi
Il procuratore di Roma potrebbe trovarsi al centro di un'inchiesta disciplinare da parte del Ministero della Giustizia, con un possibile coinvolgimento del Consiglio Superiore della Magistratura. La questione riguarda un documento classificato come "riservato" dall'Aisi, che sarebbe stato inserito tra gli atti di un'indagine e successivamente reso accessibile alle parti coinvolte.
Il focus è su un'inchiesta che è stata aperta a seguito di una denuncia presentata da Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidenza del Consiglio. L'indagine era rivolta ad alcuni giornalisti del quotidiano Domani, accusati di rivelazione di segreti d'ufficio. Durante questo procedimento, il documento riservato dell’Aisi sarebbe stato incluso nel fascicolo, scatenando polemiche all’interno del governo per una presunta violazione delle procedure.
Nonostante Lo Voi sia il procuratore capo di Roma, non è stato lui a seguire direttamente il caso, che era in mano a un altro pubblico ministero: resta quindi da chiarire se l'inserimento del documento sia stato un semplice errore burocratico o se ci siano responsabilità più gravi all’interno della Procura. Il Ministero della Giustizia, sotto la guida di Carlo Nordio, potrebbe decidere di inviare degli ispettori per indagare su possibili irregolarità nella gestione degli atti giudiziari. Se le indagini non portassero a risultati concreti, il caso potrebbe essere trasferito alla Procura generale della Cassazione e successivamente alla sezione disciplinare del Csm, che sarebbe incaricato di valutare eventuali provvedimenti nei confronti di Lo Voi.
Sebbene non sia stato ancora deciso, non si esclude la possibilità che il governo presenti una denuncia alla Procura di Perugia, competente per i magistrati del distretto di Roma, ipotizzando così una violazione del segreto d’ufficio.
Francesco Lo Voi e il caso dei voli di stato
Tempo fa, Francesco Lo Voi aveva presentato un ricorso al Presidente della Repubblica e al Consiglio di Stato contro una decisione presa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. A gennaio 2023, Mantovano aveva infatti sospeso l'uso dei voli di Stato per il Procuratore di Roma. Nel suo ricorso, Lo Voi aveva perciò sottolineato come l'utilizzo dei voli di Stato permettesse uno spostamento molto più veloce rispetto ai voli di linea, evitando inoltre di esporsi a situazioni di facile riconoscibilità personale, come aeroporti e aerei, e riducendo la necessità di personale di scorta. Mantovano aveva però risposto che la maggiore velocità dei voli di Stato non costituisse un motivo valido, a meno che non fosse per esigenze urgenti di servizio, chiedendo poi una valutazione economica che confrontasse il costo complessivo del volo di Stato senza scorta con quello di un volo commerciale che prevedesse invece la scorta.