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Chi è favorito nella corsa a segretario del Partito Democratico dopo le dimissioni di Zingaretti

La partita per la successione di Nicola Zingaretti nel Partito Democratico è apertissima. Appurato che sembra sempre più difficile che il presidente del Lazio possa tornare sui suoi passi, tutto si deciderà all’assemblea del 13 e 14 marzo. Praticamente impossibile l’elezione di un nuovo segretario con le primarie, quasi certo che verrà scelto proprio in assemblea: Bonaccini e Orlando i favoriti, ma c’è anche Roberta Pinotti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'uscita di scena di Nicola Zingaretti dal ruolo di segretario del Partito Democratico apre il caso della sua successione, con la porta spalancata dalle correnti che si muovono nel Nazareno. La decisione, travagliata, del presidente del Lazio è stata talmente improvvisa da cogliere tutti di sorpresa. Ma se in un primo momento la linea di quasi tutti gli esponenti del Pd è stata chiedere un ripensamento al leader dimissionario, già dal giorno dopo l'annuncio si è iniziato a parlare concretamente di successione. Su Zingaretti pesa l'accordo con il Movimento 5 Stelle, la presa di posizione sul ruolo di Conte come capo della grande alleanza di centrosinistra, il governo tecnico con la Lega. Tutto senza passare per un congresso. Ma soprattutto pesano gli ultimi sondaggi, che vedono il Pd in calo verticale, soprattutto se Conte diventerà ufficialmente il leader dei 5 Stelle.

L'appuntamento è il prossimo fine settimana, 13 e 14 marzo, quando si terrà l'assemblea del Partito Democratico. Al momento due sono le strade: un nuovo congresso con nuove primarie per eleggere il segretario, ma sembra impossibile visto che siamo in piena pandemia di Covid e le elezioni amministrative sono state rimandate a ottobre, oppure un leader eletto direttamente in assemblea. La seconda è la più probabile, lo statuto lo prevede, e i nomi accreditati non sono poi tantissimi tra cui scegliere: in pole c'è Stefano Bonaccini, tra gli ‘amministratori' – come i sindaci Giorgio Gori, Dario Nardella e Antonio Decaro – oppositori di Zingaretti. Il presidente dell'Emilia Romagna è senz'altro il favorito, ma insieme a lui c'è Andrea Orlando, già vicesegretario e con una lunga storia nel Pd. Spunta anche il nome di una donna, Roberta Pinotti, per dare un segnale netto sul tema della parità di genere che ha fatto scoppiare la polemica interna dopo la formazione del governo Draghi. E poi c'è la proposta/provocazione di Beppe Grillo.

L'ormai ex leader dei dem ha formalizzato ieri le sue dimissioni, zittendo immediatamente le voci che già parlavano di un suo ripensamento. Il presidente del Lazio è stato chiaro: mi sono fatto da parte, ora tocca a voi. Difficile che torni sui suoi passi a questo punto, o che possa percorrere la strategia del ‘whatever it takes' zingarettiano di cui si è parlato tanto in questi giorni: dimettersi per farsi riconfermare a furor di popolo alla prossima assemblea. Si parla già di successori, e tutti quelli che gli chiedevano di restare guardano al prossimo segretario/a del Partito Democratico.

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