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Chi è che paga le tasse in Italia

Dagli ultimi dati dell’Istat emerge “l’identikit” di chi paga le tesse in Italia…
A cura di Redazione
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È un approfondimento di Casarico e Santoro pubblicato su Lavoce.info a fotografare la “platea dei contribuenti” nel nostro Paese, così come emerge dalla pubblicazione dell’Istat di un “focus sulla distribuzione del carico fiscale”. I due studiosi, incrociando le statistiche dell’Istat con i dati pubblicati dal ministero dell’Economia, effettuano anche interessanti confronti con la situazione negli altri paesi dell’Unione Europea.

La prima constatazione rilevante riguarda però la consistenza dei redditi individuali degli italiani, oltre l’ottanta percento dei quali non supera i 30mila euro lordi, mentre solo il 2,4 percento della popolazione supera i 70mila euro l’anno. Tale situazione determina sue conseguenze: il 2,4 percento degli italiani versa il 26,4 percento dell’imposta totale; una tale concentrazione del reddito rappresenta un problema, oltre che sociale e culturale, anche di carattere fiscale, dal momento che “la maggiore mobilità internazionale (e le maggiori possibilità di elusione ed evasione fiscale?) di coloro che hanno redditi elevati mette a repentaglio una parte elevata delle entrate fiscali”.

Certamente però l’elevatissimo livello della tassazione rappresenta un problema centrale: il cuneo fiscale sul lavoratore medio è pari al 47,8 percento, un dato fra i più alti in Europa (anche se inferiore a quello che si registra in Germania e Francia). Va detto che, sempre secondo i dati Istat, i lavoratori dipendenti pagano un’aliquota più alta rispetto ai lavoratori autonomi: dato che ha riacceso la discussione sulla presunta “alta propensione all’evasione fiscale da parte dei lavoratori autonomi in Italia”. Insomma, a "pagare il prezzo più alto" sarebbero i lavoratori dipendenti, per i quali non è di sollievo nemmeno il sistema delle detrazioni fiscali (che comunque incide soprattutto per le famiglie numerose). E ad "eludere" sono i lavoratori autonomi, con ricadute enormi sull'intero sistema contributivo.

Una ricostruzione in parte smentita dall’approfondimento de LaVoce, che mostra come il risultato dello studio sia dovuto alla scelta del campione ed all’inserimento tra i lavoratori autonomi di quelli parasubordinati, che mediamente guadagnano molto meno rispetto ai “prevalentemente autonomi”. Il problema è semmai un altro: “L’evasione in Italia, malgrado una tendenza alla riduzione che si è manifestata in modo non lineare e continuo negli ultimi quindici anni, continua a rimanere su livelli elevati rispetto al resto dell’Europa”.

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