Chi ci ha guadagnato di più con la riforma Irpef e il taglio del cuneo, e chi ci ha perso

L'anno scorso, l'azione economica del governo Meloni si è concentrata soprattutto su due punti: il taglio del cuneo fiscale, confermato per tutto l'anno alle condizioni di fine 2023, e la riforma dell'Irpef. Queste misure hanno portato a un aumento di reddito per circa 21,5 milioni di famiglie, soprattutto quelle che avevano già un reddito medio-alto. Secondo un calcolo dell'Istat – nello stesso rapporto che ha certificato i danni fatti dalla cancellazione del Rdc – questo è stato l'impatto delle misure.
Cosa è cambiato con la riforma dell'Irpef e il taglio del cuneo
È utile per prima cosa ricordare che la riforma dell'Irpef in questione è quella che ha fatto passare da quattro scaglioni a tre. La fascia tra i 15mila e i 28mila euro di reddito è stata ‘assorbita' nell'aliquota più bassa, passando a pagare il 23% invece del 25%. Per eliminare il vantaggio dello sconto fiscale tra i più ricchi, chi guadagnava più di 50mila euro ha subito un taglio di 260 euro dalle detrazioni (escluse quelle sanitarie). La no tax area, invece, si è alzata da 8.174 euro a 8.500 euro.
Dall'altra parte, poi, c'è stato il taglio del cuneo. Per l'anno scorso, il taglio è rimasto come era stato a fine 2023: i lavoratori dipendenti con una Ral al di sotto dei 25mila euro hanno ricevuto un taglio dei contributi (diventato aumento di stipendio) pari a sette punti percentuali, quelli tra i 25mila e i 35mila euro un taglio di sei punti.
Chi ci ha guadagnato con la riforma del governo Meloni, e quanto
La variazione dei redditi disponibili ha riguardato, in tutto, 21,8 milioni di famiglie. Tra queste poco più di 12 milioni erano famiglie in cui c'era almeno una persona che riceveva un reddito da lavoro dipendente, e quindi hanno avuto gli effetti sia della riforma Irpef che del taglio del cuneo.
All'interno di questo gruppo ben 11,8 milioni di famiglie hanno ottenuto un aumento del proprio reddito disponibile. In media, è stato pari a 586 euro nell'anno.
Il guadagno maggiore è stato per le famiglie con i redditi più alti: mettendo tutti i nuclei familiari in ordine di ricchezza, e poi dividendoli in cinque gruppi uguali, il quinto più ricco ha avuto un rialzo del reddito da 866 euro, il secondo più ricco è arrivato a 720 euro. Guardando al guadagno in percentuale, però, è andata leggermente meglio ai quinti più bassi: +1,4% di reddito per i primi tre quinti più ‘poveri', contro un +0,9% per i due quinti più ricchi.
Chi ha perso soldi con la nuova Irpef e il taglio del cuneo
Certo, c'è stato anche chi ci ha perso. Circa 300mila famiglie che hanno beneficiato sia della riforma dell'Irpef che del taglio del cuneo hanno comunque avuto un reddito più basso, con una perdita media da 426 euro. In buona parte, secondo l'Istat, questo si spiega perché le famiglie in questione hanno perso il diritto a ottenere il cosiddetto bonus Irpef, ovvero il trattamento integrativo dei redditi da lavoro dipendente. Per loro, quindi, la riforma ha portato un danno economico.
Chi ha pagato meno tasse
Infine, ci sono state diverse famiglie – 9,6 milioni in tutto – che hanno beneficiato della riforma dell'Irpef, ma non sono state interessate dal taglio del cuneo fiscale. Per loro, quindi, non c'è stato nessun guadagno legato a un eventuale aumento di stipendio. Ma hanno comunque avuto un aumento del reddito disponibile, perché hanno pagato meno tasse. Il risparmio medio è stato di 251 euro nell'anno. Il guadagno maggiore lo hanno avuto le famiglie nei quinti di reddito medio-alti, ha specificato l'Istat.
Nel complesso, prendendo in considerazione tutti i contribuenti, l'aliquota Irpef effettiva versata dopo la riforma fiscale è stata più bassa per tutti i quinti di reddito. Come si può osservare dalla tabella dell'Istat, lo sconto maggiore è stato per le fasce con i redditi più alti, che hanno risparmiato uno 0,4% di Irpef.
