Chi ci guadagna con la riforma dell’Irpef a tre aliquote: a chi spetta l’aumento di stipendio
La riforma dell'Irpef, per il governo Meloni, è una priorità. Tanto che, per anticipare il contenuto della delega fiscale, l'esecutivo vuole impegnare ciò che resterà del tesoretto da oltre 15 miliardi di euro ottenuto con il deficit previsto dalla Nadef. Buona parte – circa 10 miliardi – verrà utilizzata per rifinanziare il taglio del cuneo contributivo che ha permesso di aumentare gli stipendi dei redditi fino a 35mila euro, con una riduzione totale del 6/7%. Alla conferma, però, il governo vorrebbe aggiungere l'accorpamento dei primi due scaglioni dell'Irpef, con un'aliquota unica fino ai 28mila euro. Ne ha parlato il viceministro Leo nelle ultime settimane, ma senza dare tempistiche precise. Secondo quanto filtra da Palazzo Chigi, l'idea è quella di finanziare l'operazione con la manovra di bilancio: il costo è di 4 miliardi di euro, che porterebbe il totale a 14 miliardi. Questo permetterebbe di vedere entrare in vigore la riforma già dall'inizio del 2024.
La rimodulazione degli scaglioni Irpef avverrebbe in questo modo: le quattro fasce individuate al momento – meno di 15mila euro, tra i 15mila e i 28mila euro, tra i 28mila e i 50mila euro, sopra ai 50mila euro – diventerebbero tre, con uno scaglione unico fino ai 28mila euro. A chi si trova nel primo scaglione verrà applicata l'aliquota al 23%, mentre ora tra i 15mila e i 28mila euro si paga il 25%. Insomma, si tratta di uno sconto del 2% sul cuneo fiscale che dovrebbe tradursi in un ulteriore vantaggio economico.
Il guadagno dovrebbe essere di circa 20 euro per chi ha un reddito intorno ai 15mila euro, fino a circa 260 euro per chi è a 28mila. Parliamo di un risparmio annuo in termini di Irpef, da dividere poi mese per mese per avere un dato più realistico. Il taglio dell'imposta riguarda non solo i lavoratori, ma anche pensionati e autonomi. Per sapere se verrà davvero messa in campo e in che tempi, però, bisogna aspettare la manovra del governo Meloni.