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Chernobyl, 25 anni dopo con un occhio a Fukushima e al Referendum sul nucleare

Il 26 aprile 1986 il disastro di Chernobyl. 65 morti accertate e 4.000 per le conseguenze delle radiazioni. L’Europa oggi si interroga sull’opportunità dell’energia nucleare. Ed il prossimo 12 giugno si dovrebbe votare in Italia.
A cura di Biagio Chiariello
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chernobyl

L'Ucraina commemora oggi il 25° anniversario dal peggior incidente nucleare della storia. Era il 26 aprile 1986 quando il reattore n° 4 dello stabilimento di Chernobyl, allora in Unione Sovietica, esplose e prese fuoco a seguito di un esperimento nel corso di un test di sicurezza fallito in modo catastrofico. Nelle settimane seguenti l'esplosione, tonnellate di particelle radioattive furono rilasciate per migliaia di chilometri, raggiungendo parti dell'Europa Occidentale, inclusa l'Italia. Un totale di 31 persone perse la vita immediatamente, ma molte altre sono state le vittime di malattie legate alle radiazioni, come il cancro (il rapporto ufficiale redatto da agenzie dell'ONU stila un bilancio di 65 morti accertati con sicurezza e altri 4.000 presunti per tumori e leucemia). Decine di migliaia di persone furono evacuate da Prypyat, la città più vicina al sito, che aveva una popolazione di 50.000 abitanti. Non vi fecero mai più ritorno.

La scorsa settimana la comunità mondiale, spinta dalla crisi nucleare di Fukushima in Giappone, si è impegnata nella elargizione di € 550.000.000 per finanziare la costruzione del nuovo sarcofago isolante e la costruzione di un deposito per lo stoccaggio del combustibile nucleare. “Non abbiamo il diritto di dimenticare Chernobyl – ha detto il primo ministro francese François Fillon in occasione della conferenza dei donatori di Kiev – e la catastrofe di Fukushima ci ricorda come la nostra responsabilità sia quella di unire gli sforzi per limitare le conseguenze di queste catastrofi.”

"Chernobyl è stata una sfida di dimensioni planetarie. La risposta a questa sfida può essere data solo dalla comunità mondiale", ha detto il presidente ucraino Viktor Yanukovich. "Per lungo tempo, l'Ucraina è rimasta a lottare da sola contro questa calamità, ma fortunatamente non siamo soli ora", si legge nella nota sul sito ufficiale presidenziale. Yanukovich oggi è a Chernobyl con il presidente russo Dmitry Medvedev e il Patriarca ortodosso Kirill.

Il disastro di Chernobyl è diventato il punto di riferimento per le sciagure nucleari. Sebbene la cittadina a nord di Kiev uscì relativamente intatta dall'incidente, Prypyat ora è una città fantasma entro un raggio di 30 km. Una vera e propria terra di nessuno, dove quasi ogni cosa è davvero rimasta immobile come 25 anni fa. Il pomeriggio del 27 aprile gli oltre 50mila abitanti di Prypat furono evacuati su 1.200 autobus. Fu detto loro che sarebbero tornati nelle loro abitazioni nel giro di tre settimane. Cinque lustri dopo è tutto rimasto come allora, anche se il tempo ha consumato l'ospedale, i centri commerciali, i due grandi alberghi, i numerosi caffè,  i ristoranti, cinema, teatri,  centri sportivi, tra cui una piscina coperta, che rimase in funzione fino alla fine degli anni Novanta per i dipendenti della centrale, che continuarono ad svolgere il loro lavoro con tre reattori funzionanti fino al 2000. Intatto anche il parco giochi con la grande ruota panoramica, forse il simbolo di questa città fantasma collocata da Forbes addirittura tra le mete più stravaganti da visitare per le proprie vacanze.

Prypyat

Prima dell’11 marzo, giornata della devastante accoppiata terremoto/tsunami che si è abbattuta sul Giappone, l’opinione diffusa era che uno situazione come quella di Chernobyl fosse da scartare per le centrali europee, ben più sicure di quelle dell’Unione sovietica. La tragedia di Fukushima ha riacceso la disputa sulla sicurezza dell'atomo. Il Paese del Sol Levante è tecnologicamente più avanti rispetto al Vecchio Continente, eppure non è stato in grado evitare la catastrofe nucleare. "Penso che il nostro Stato deve imparare la lezione da quanto è accaduto dall'incidente di Chernobyl, ormai lontano, e dalle recenti tragedie in Giappone – ha detto il presidente russo Medvedev – forse la lezione più importante è la necessità di dire la verità alla gente. Perché il mondo è così fragile e siamo tutti così interconnessi, qualsiasi tentativo di nascondere la verità, dell'astenersi dal parlarne al pubblico, passandoci sopra. E' un cosa che ci rende solo più ottimisti, senza pensare alle tante vite umane che potrebbero andarci di mezzo ", ha detto Medvedev.

Numerose le iniziative in Italia per commemorare le vittime di Chernobyl. In mattinata gli attivisti di Greenpeace hanno piantato al Circo Massimo, a Roma,  duemila croci simbolo delle vittime del disastro di 25 anni fa. "Queste croci ricordano simbolicamente le vittime di Cernobyl. Ciò che abbiamo imparato dall'incidente è che l'energia nucleare è troppo pericolosa per avere un futuro. Una lezione che molti governi, compreso il nostro, si ostinano a ignorare", ha detto Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia.

Altra iniziativa nella capitale è quella del comitato ‘Vota Si' per fermare il nucleare', che ha promosso il sit-in "Da Chernobyl a Fukushima. 25 anni di buoni motivi per fermare il nucleare", in occasione del prossimo Referendum sul Nucleare 2011, che tuttavia rischia di saltare dopo il passo indietro del governo sul nucleare. Una scelta che tuttavia lascia qualche perplessità. Non è chiaro se le autorità intendono rinunciare veramente all'atomo, dato che la parola d’ordine è “rinvio” a dopo le decisioni che saranno prese a livello di UE.

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