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Che problemi ha Giorgia Meloni con “Bella ciao”?

Giorgia Meloni si indigna perché i Commissari europei intonano Bella ciao. Ma la leader di Fratelli d’Italia (in fortissima ascesa in questa epoca di politica fatta di marchette sui social) parla a nuora perché suocera intenda: criminalizzare “Bella ciao” rivendendola come canzone di chissà quale estremismo è il giochetto utile a condonare gli estremismi opposti.
A cura di Giulio Cavalli
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È sopraffatta dallo stupore la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: impegnata nella sua frenetica attività di rovistare nei cassonetti per trovare qualche notizia ghiotta da lanciare in pasto ai suoi oggi si è indignata per avere trovato un video in cui i commissari europei intonano "Bella ciao". «Commissari europei intonano “Bella Ciao”. Solo io reputo scandaloso questo ridicolo teatrino da parte delle più alte istituzioni europee? Non hanno nulla di più importante di cui occuparsi?”», ha scritto Giorgia Meloni sui suoi profili. E sotto un profluvio di commenti che vedono comunisti dappertutto e che immaginano Bella ciao come l'inno dei poteri forti che terrebbero in ostaggio i poveri sovranisti di tutta Europa.

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Un inciso obbligatorio: Giorgia Meloni è la stessa, sì proprio lei, che nelle scorse settimane imperversava con la sua canzoncina estrapolata da un suo comizio e ballava adolescenziale il vuoto ritornello "sono una donna, sono italiana, sono cristiana" come se avesse coniato un grido di battaglia di cui andare enormemente fiera. Parliamo della stessa persona, sì.a

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Solo che "Bella ciao", per chi ha una visione limitata e limitante della storia (o per chi la storia proprio non si è mai applicato a studiarla) non viene riconosciuto come il canto di libertà di un Paese che si libera dallo spettro del fascismo ma addirittura viene considerata una sigla di partito (che poi sarebbe il partito della democrazia o il partito della Costituzione, se ci pensate) come se potesse essere divisivo tifare per un parlamento democratico. Lo stesso parlamento in cui siede, da tempo, comodamente anche Giorgia Meloni.

Ma la leader di Fratelli d'Italia (in fortissima ascesa in questa epoca di politica fatta di marchette sui social) parla a nuora perché suocera intenda: criminalizzare "Bella ciao" rivendendola come canzone di chissà quale estremismo è il giochetto utile a condonare gli estremismi opposti, mettere sullo stesso piano la Liberazione e il fascismo è il trucco vigliacco per depenalizzare i fascisti nascosti in casa, piallando tutto, semplificando, banalizzando. Giorgia Meloni continua a non voler capire (e a fingere di non capire) che da nessuna parte nella nostra Costituzione c'è scritto che è vietato ricordare i partigiani, anche se la cosa sembra non starle bene.

Poi c'è il solito giochetto: estrapolare qualche secondo di video, una qualche espressione o qualche frase per fingere di raccontare una situazione molto più ampia e complessa. Pretendere di raccontare la politica fotografandone un momento è una tecnica più pubblicitaria che politica. Eppure purtroppo funziona.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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