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Che fine ha fatto il Decreto Carceri annunciato dal ministro Nordio?

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ormai diversi giorni fa aveva annunciato un decreto per contrastare il sovraffollamento carcerario. Per ben due volte, però, l’approdo del provvedimento in Cdm è slittato.
A cura di Annalisa Girardi
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Sarebbe dovuto arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri non una, ma ben due volte. La prima già la scorsa settimana, la seconda qualche giorno fa: in entrambi i casi il decreto annunciato dal ministro della Giustizia per contrastare il sovraffollamento carcerario è slittato. Si tratta comunque di un provvedimento molto atteso, considerando gli ultimi dati disponibili sulla capienza delle carceri e le presenze effettive, un problema che persiste da diversi anni nel nostro Paese. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, al 31 maggio 2024 i detenuti presenti nei 189 istituti penitenziari presenti sul territorio nazionale erano 61.547, ma la capienza totale si ferma a 51.241 posti. Numeri che rimandano a situazioni difficili e precarie all'interno delle carceri, a cui si sommano i tragici dati sul numero di suicidi in cella: finora, da inizio anno, ne sono già avvenuti 44.

Cosa aveva detto il ministro Nordio sul provvedimento

Il ministro Carlo Nordio aveva parlato del provvedimento con la stampa, anticipando che prevedesse maggiori risorse e personale, insieme all'accelerazione dei lavori per costruire nuovi padiglioni. Ma soprattutto, aveva parlato della procedura di liberazione anticipata. Una misura che la maggioranza non vuole chiamare "svuota-carceri" e che sarebbe in parte motivo dei continui rinvii. Una quadra, in altre parole, non si è ancora trovata.

Dalle parole del Guardasigilli, non sarebbe previsto un aumento degli sconti di pena, ma un meccanismo per accelerare la liberazione anticipata che rimanderebbe la decisione non più al tribunale di sorveglianza, ma direttamente al pm responsabile dell'esecuzione della pena, automatizzando la decisione. L'obiettivo, insomma, sarebbe quello di sollevare i tribunali dalla montagna di richieste di scarcerazione anticipata, rendendo più veloci le procedure e permettendo a chi ha diritto a uno sconto di pena di uscire effettivamente dal carcere, liberando di fatto la cella. Ma, come detto, una formula che metta tutti d'accordo ancora non si è trovata.

La proposta alla Camera sulla liberazione anticipata

Intanto alla Camera si è discussa la proposta di legge firmata dal deputato di Italia Viva Roberto Giacchetti che prevedeva di elevare la detrazione di pena ai fini della liberazione anticipata da 45 a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata. "Siamo di fronte a un'emergenza e voi state mandando in fumo l'unica proposta in grado di intervenire", ha commentato Giacchetti in Aula, sottolineando che dei circa 51mila posti disponibili, in realtà circa 4mila sarebbero inagibili: "Il sovraffollamento è arrivato al 130,7%. La nostra proposta che qualcuno ha subdolamente definito un indulto chiede di ripristinare lo stato di diritto nel nostro Paese". Per poi concludere: "Ci spieghi come si può trovare una soluzione a questa situazione quando questo governo in realtà si inventa un nuovo reato e un aumento di pena al giorno e da quando si è insediato le persone detenute sono aumentate di oltre 5mila unità".

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