Che fine farà il taglio del cuneo fiscale nella prossima Manovra: il governo vuole riconfermarlo
Il governo non ha alcuna intenzione di dire addio al taglio del cuneo fiscale. La volontà è quella di confermarlo anche per il 2025, nella Manovra a cui si comincerà a lavorare nelle prossime settimane, da settembre. "Dobbiamo pensare a come la prossima Manovra possa contribuire a ridurre la pressione fiscale, continuando col taglio del cuneo", ha anticipato il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, dal Meeting di Rimini.
Il taglio del cuneo fiscale per i redditi dipendenti medio-bassi fino a 35mila euro è stata la misura centrale della scorsa legge di Bilancio, su cui sono converse gran parte delle coperture disponibili. Si tratta, in altre parole, di un provvedimento oneroso, che se rifinanziato escluderà per forza di cose altre misure. Il margine di spesa rimane basso, soprattutto quest'anno che sono rientrate in vigore le regole di stabilità. "Per affrontare una manovra dove ci sono risorse limitate ma che non può essere certamente di lacrime e sangue, e così non sarà bisognerà scegliere alcune priorità", ha aggiunto Tajani, ribadendo come tra queste ci sia appunto il taglio del cuneo fiscale.
Il debito pubblico quest'anno sfiora il livello record dei tremila miliardi di euro. Secondo Tajani per tagliarlo "serve una strategia a lungo termine" basata su "riduzione della burocrazia, riduzione delle spese, taglio delle spese inutili". Il valore della prossima Manovra dovrebbe essere di 25 miliardi di euro, o poco più più: una cifra che impone delle scelte.
Sul taglio del cuneo fiscale tutte le forze di maggioranza sembrano essere d'accordo, poi ognuno ha le proprie misure cavallo di battaglia. Il prossimo 30 agosto, prima della ripresa dei lavori di settembre, ci sarà un vertice tra i leader dei partiti di governo, dove si discuterà dell'impostazione della legge di Bilancio e ognuno cercherà di trovare lo spazio per le sue priorità.