“Sono lieto che Berlusconi condivida quanto su diritti civili e ius soli temperato affermavo anni fa tra mille polemiche nel Pdl”. Il tweet di Gianfranco Fini è ben più di un livoroso “l’avevo detto”, rivolto all’ex leader. È il segnale che ormai di Forza Italia, del centrodestra italiano, non rimane altro che un ex premier, Silvio Berlusconi, che sta interpretando il “patto del Nazareno” come se ormai Forza Italia e il Pd siano un solo partito. Valori e idee del centrodestra, dei “moderati”, vengono stravolti da un leader alla disperata ricerca di un accreditamento a sinistra che consenta ai suoi fedelissimi di continuare a sopravvivere, all’ombra di Matteo Renzi.
Chi sarà la Tulliani di Silvio? – Berlusconi come Fini? Tra i forzisti qualcuno si spinge oltre: tra i parlamentari più esperti, infatti, al di là dei comunicati di “posizionamento interno” affidati alle agenzie, c’è chi si chiede se forse l’influenza del “cerchio magico” non sia diventata qualcosa di più che un cordone stretto attorno al leader azzurro, ipotizzando già chi sarà la “Tulliani di Berlusconi”, ovvero la donna che caratterizzerà la fine della lunga carriera politica.
La cosa certa è che il tentativo di Berlusconi di accreditarsi a sinistra è tanto repentino quanto “sospetto”, almeno stando a quanto vanno ripetendo in queste ore parlamentari e dirigenti di Forza Italia. Anche perché, proprio in queste ore, sta accelerando il piano di Denis Verdini per colmare le distanze tra il partito “azzurro” e il Pd. Verdini ha in mente di “svuotare” il gruppo Gal al Senato e di crearne un altro, che vada a sostenere il governo. Ne farebbero parte tra gli altri due senatori eletti in Campania: Antonio Milo e Lucio Barani. Per Milo si parla già di un incarico da sottosegretario.
Verdini lavora a un gruppo pro-Matteo al Senato – Il “gruppo cuscinetto” serve come il pane a Matteo Renzi e a Silvio Berlusconi: il premier al Senato deve fare i conti con numeri risicatissimi, l’ex premier invece ha bisogno che Forza Italia resti almeno apparentemente all’opposizione, per tentare di racimolare una percentuale almeno del 10% alle prossime elezioni. Elezioni alle quali Berlusconi sa già di partecipare da perdente, da comodo sparring partner di Renzi. Secondo i bene informati, Matteo saprà ben “ricompensare” in termini politici l’atteggiamento di Silvio, e non è un caso se ieri un dirigente del Nazareno così commentava a fanpage la svolta di Berlusconi su ius soli e matrimoni gay: “Tra un annetto ci toccherà fare la tessera del partito e trovare un posto in Parlamento alla Carfagna e alla Gelmini”. Ma non è tutto.
I consensi per Fitto crescono a dismisura – La confusione che regna sovrana in Forza Italia sta facendo crescere a dismisura i consensi verso Raffaele Fitto, l’unico ad opporsi apertamente alla linea di sinistra di Berlusconi. Fitto è già pronto a “rimpolpare” il gruppo di Gal per contrastare il disegno di Verdini, e nel lungo termine a garantire la continuità politica di Forza Italia e del centrodestra italiano se il disegno di Berlusconi, quello di formare la “corrente liberale” del partito di Renzi, dovesse riuscire. Ma perché Matteo accetta tutto questo, se i sondaggi lo segnalano su percentuali altissime?
Il “Patto” prevede la copertura di tv e giornali di Silvio – Semplice: perché Berlusconi, in onore del “Patto”, gli ha dato in dote la copertura mediatica totale da parte del suo gruppo editoriale. Una dote di valore inestimabile, che Renzi sta già sfruttando in pieno. Giornali, tv, riviste e commentatori delle reti e dei quotidiani di Silvio sono ormai schierati pancia a terra al fianco di Matteo. Ius soli e unioni gay, dunque, servono solo a rendere più facilmente digeribile, quando sarà il momento, l’alleanza con Berlusconi all’elettorato renziano. E’ questo il piano di Denis Verdini, vero e unico “presidente del consiglio ombra” di questi mesi.
E Salvini tenta (invano) di “sfondare” al Sud… – Intanto, anche il feeling tra Silvio Berlusconi e il leader leghista Matteo Salvini produce effetti paradossali. Tra i più curiosi, la ricerca nelle regioni meridionali di referenti della Lega Nord che possano presentare liste alle elezioni e di imprenditori disposti a sostenere questo tentativo di espansione al Sud del Carroccio. Un compito arduo: Salvini e i suoi dirigenti si sono resi protagonisti di attacchi pesantissimi ai meridionali, e le reazioni ai primi timidi tentativi di “abboccamento” sarebbero stati tutt’altro che positivi…