Che cos’è l’euro digitale e come potremmo usarlo

Gli strumenti di pagamento di oggi "mostrano ancora limiti" e per questo c'è "l'ambizioso progetto europeo dell'euro digitale: una forma digitale della moneta emessa dalla banca centrale, gratuita, accessibile a tutti, rispettosa della privacy e ancorata al valore stabile del contante. Un'innovazione che non sostituirà le attuali banconote cartacee, ma le affiancherà, ampliando le nostre possibilità". Con queste parole Fabio Panetta, governatore della Banca d'Italia, ha riacceso l'attenzione sull'euro digitale, una riforma su cui l'Ue lavora da anni e che negli ultimi tempi ha visto un'accelerazione.
Innanzitutto bisogna chiarire cosa l'euro digitale non è: non è una criptovaluta; come sottolineato da Panetta, non è un sostituto del contante, dato che monete e banconote fisiche continueranno a esistere; e e non è un modo per controllare di più le spese degli europei, dato che le informazioni su chi usa questo tipo di denaro saranno sempre riservate, e i pagamenti non saranno tracciabili.
Come si potrà usare l'euro digitale
Sia il sito della Banca d'Italia che quello della Banca centrale europea hanno una sezione molto approfondita in cui si spiegano i dettagli tecnici e pratici dell'euro digitale. Con l'inizio della circolazione di questa moneta, tutti potrebbero farsi alle Poste un portafogli digitale su cui tenere gli euro. Questo non sarebbe come un secondo conto in banca, perché avrebbe un limite massimo di euro che ci si possono tenere sopra. Andrebbe immaginato come un vero e proprio portafogli: si potrebbero ritirare gli euro digitali dal conto corrente, come avviene con i contanti tramite il Bancomat, e viceversa rimetterli dal portafogli al conto.
Una volta ‘caricati' gli euro digitali, tramite contanti o da un conto, si potrebbe iniziare a usarli. Sostanzialmente, quando in un negozio si decide di pagare senza contanti le opzioni diventerebbero tre: bancomat, carta o euro digitali. Gli euro si potrebbero usare nei negozi fisici, oppure online, ma anche per scambiarsi soldi tra privati (ad esempio amici o familiari che devono dividere una spesa), ad esempio con il proprio smartphone, ma potrebbe anche esserci una carta fisica.
Naturalmente, gli euro si potrebbero utilizzare allo stesso modo in tutti i Paesi dell'area euro. E, a differenza di carta e bancomat, dovrebbe essere possibile usarli anche senza una connessione Internet.
Le garanzie su sicurezza privacy
Per quanto riguarda la sicurezza, gli euro digitali non avrebbero niente a che fare con le criptovalute. Non solo perché la loro produzione dovrebbe rispettare dei criteri di emissioni inquinanti, ma anche perché il loro valore sarebbe sempre lo stesso, garantito dalla Banca centrale europea: ci sarebbe insomma una stabilità che, invece, per le criptovalute non c'è.
In più, come detto, il livello di tracciabilità sarebbe simile a quello di altri pagamenti elettronici. La Bce non potrebbe identificare i singoli utilizzatori degli euro digitali. Non sarebbe possibile monitorare i passaggi di denaro tra i privati cittadini più di quanto non lo sia con uno scambio di banconote cartacee, soprattutto se questo avviene offline, cioè senza connessione a Internet. L'euro digitale dovrà seguire tutte le normative sulla privacy in vigore in Europa. Da questo punto di vista, non sarà uno strumento mirato in particolare a contrastare l'evasione fiscale, proprio perché il controllo sui cittadini non aumenterà.
Quando partirà l'euro digitale
L'accelerazione sull'euro digitale è arrivata, a livello politico, anche perché le mosse di Donald Trump hanno messo in chiaro che nei prossimi anni gli Stati Uniti potrebbero diventare sempre meno affidabili, dal punto vista economico, finanziario e monetario. Oggi il dollaro è – da decenni – la valuta di riferimento su cui si basa gran parte dell'economia mondiale. Ma presto potrebbe essere necessario non farvi più affidamento. L'euro digitale potrebbe permettere all'Ue di essere più autonoma sul fronte dei pagamenti digitali.
Nel 2021 era stata avviata una fase esplorativa, due anni dopo, nel 2023, è partita una fase di preparazione della durata di due anni. In questi mesi, quindi, si sta lavorando sui dettagli tecnici e pratici per il funzionamento dell'euro digitale. Alla fine di quest'anno, poi, toccherà al Consiglio direttivo della Bce decidere se e come andare avanti con una fase successiva. Naturalmente, servirà un intervento politico per adottare le leggi necessarie a regolare la nuova moneta elettronica. Insomma, non inizieremo a usare l'euro digitale quest'anno e nemmeno il prossimo, ma il progetto è in movimento.