Che cos’è la “tagliola” che ha affossato il Ddl Zan oggi in Senato
Il Senato ha affossato il ddl Zan approvando a voto segreto la cosiddetta tagliola. Di fatto è stato bloccato l'iter del disegno di legge e ora dovranno passare almeno sei mesi perché un nuovo testo sull'argomento possa essere presentato e discusso in commissione. In altre parole, la tagliola richiesta da Lega e Fratelli d'Italia ha sancito l'addio al ddl presentato dal dem Alessandro Zan contro l'omotransfobia. Ma cos'è precisamente questa tagliola? Facciamo chiarezza.
Si tratta di una procedura parlamentare che viene prevista dal regolamento del Senato all'articolo 96, quello sulla "Proposta di non passare all'esame degli articoli". Il quale recita: "Prima che abbia inizio l'esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame". E ancora: "La votazione della proposta ha la precedenza su quella degli ordini del giorno". Nulla a che vedere, ad ogni modo, con la "ghigliottina", che è un'altra procedura la quale fissa dei paletti temporali alla discussione, oltre i quali si procede direttamente con la votazione.
Insomma, quello che prevede questo provvedimento (e quanto successo oggi nell'Aula di Palazzo Madama) è che dopo la discussione generale sul disegno di legge non si proceda, come vorrebbe la prassi con l'esame dei vari articolo e con il voto degli emendamenti presentati. In sostanza, si tratta di una bocciatura del disegno di legge in questione, ragion per cui l'intero iter parlamentare viene bloccato. Si dovrà ripartire da zero presentando una nuova proposta di legge. Dovranno però passare almeno sei mesi prima che questa venga depositata. Questo significa che di una legge contro l'omotransfobia si parlerà solo a partire dal prossimo anno.
Infine, Lega e Fratelli d'Italia si sono appellati all'articolo 133 di quello stesso regolamento, il quale prevede il voto segreto. Questa richiesta, secondo la normativa, deve essere sostenuta da almeno 20 senatori e poi spetta alla presidenza di Palazzo Madama accettarla o negarla. Questa mattina la presidente Elisabetta Casellati l'ha accolta, richiamando il regolamento e i precedenti.