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Che cos’è la legge sul Ripristino della Natura approvata dall’Ue e cosa prevede

Il Consiglio dell’Ue ha approvato la legge sul Ripristino della Natura. Tra gli obblighi introdotti, il nuovo regolamento impone il ripristino del 20% delle aree marittime e terrestri e di almeno il 30% degli ecosistemi in cattive condizioni entro il 2030. Vediamo quali sono le novità e cosa cambia per i Paesi Ue.
A cura di Giulia Casula
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Ieri il Consiglio dell'Unione europea ha varato la Nature Restoration Law, la legge sul Ripristino della Natura. Dopo il via libera del Parlamento europeo, la legge che impone agli Stati membri una serie di obblighi per la ricostituzione degli habitat naturali ha ottenuto la maggioranza qualificata richiesta per l'approvazione.

Nonostante il voto contrario di Italia, Ungheria, Polonia, Svezia, Paesi Bassi e Finlandia, il nuovo regolamento è riuscito a passare grazie al cambio di rotta dell'Austria. Il governo di Vienna, dapprima intenzionato ad astenersi, ha poi dato, tramite la ministra dell'Ambiente, Leonore Gewessler, il suo ok all'approvazione delle legge.

Che cosa cambia per i Paesi Ue con la legge sul Ripristino della Natura

Con la Nature Restoration Law, l'Unione europea si propone di ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime entro il 2030 e quasi la totalità degli habitat in cattive condizioni entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi la legge impone ai 27 Stati membri una serie di vincoli e di misure da attuare a seconda della tipologia di ecosistemi (terrestri, marini, d'acqua dolce, urbani).

La normativa europea, la prima di questo genere, segna una tappa importante nell'azione di contrasto al cambiamento climatico e al suo impatto sull'ambiente. In particolare, il regolamento stabilisce che ciascun Paese Ue metta in atto delle misure per garantire il ripristino del 20% delle zone terrestri e marittime dell'Ue entro la fine del decennio. Inizialmente la priorità sarà rivolta alle aree Natura 2000, un elenco di oltre 27mila siti protetti. Tra questi rientrano ecosistemi costieri e d'acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, le zone umide, le praterie, le foreste, e gli habitat marini, come i letti di spugne e coralli.

Come funzioneranno le misure per il ripristino degli ecosistemi

Per quanto riguarda invece, tutti gli ecosistemi in cattive condizioni, gli Stati membri dovranno impegnarsi a ripristinarne almeno il 30% entro il 2030. Una quota che sale al 60% entro il 2040 e ad almeno il 90% da qui al 2050. Tutti gli habitat che riusciranno a migliorare il loro stato grazie alle misure adottate dovranno poi essere soggetti ad azioni di monitoraggio e preservazione al fine di scongiurarne il deterioramento.

La legge prevede inoltre che ciascun Paese Ue si impegni a trasformare almeno 25mila kilometri di fiumi in fiumi a corso libero, attraverso la rimozione di barriere artificiali, e a piantare fino a tre miliardi di alberi aggiuntivi entro la fine del 2030. Tutte le misure da adottare per assicurare il ripristino degli ecosistemi dovranno essere inserite all'interno di piani nazionali redatti dagli Stati membri, che verranno poi presentati alla Commissione europea. Successivamente i governi europei saranno chiamati riferire dei progressi raggiunti e degli obiettivi rispettati fino a quel momento.

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