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Guerra in Ucraina

Che cosa ha deciso Meloni sull’invio di soldati in Ucraina dopo la riunione con i leader europei

Dopo il vertice con gli altri leader europei a Londra, Meloni si è detta “perplessa” sull’utilizzo di truppe europee in Ucraina e ha escluso l’invio di soldati italiani. “Non è mai stata all’ordine del giorno. È una soluzione molto complessa e probabilmente meno risolutiva di altre”, ha detti.
A cura di Giulia Casula
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Giorgia Meloni frena sull'invio di truppe europee in Ucraina. Ieri la premier si è recata a Londra per il vertice sulla difesa a cui hanno preso parte una quindicina di leader europei insieme Canada, Turchia e ai vertici di Ue e Nato. Prima della riunione Meloni ha incontrato singolarmente sia l'omologo britannico Keir Starmer che il premier ucraino Volodymyr Zelensky, a cui ha ribadito l'impegno dell'Italia al fianco di Kiev.

Il summit londinese serviva a fare il punto della situazione in Ucraina e a raccordare la posizione europea dopo l'alterco nello Studio Ovale che venerdì scorso ha scosso la diplomazia internazionale come mai era accaduto prima nella storia delle relazioni tra Usa e Europa.

Quella di ieri è stata l'occasione per Meloni per ribadire la necessità di fare asse con gli Stati Uniti e per prendere le distanze dall'attivismo di Francia e Regno Unito, che hanno fatto sapere di star lavorando a una proposta di pace da sottoporre a Washington. Sia Macron che Starmer si sono dichiarati pronti all'invio di un contingente europeo al confine con la Russia ma la premier ha allontanato l'ipotesi. "Continuo a essere perplessa sull'utilizzo di truppe europee, al di là del fatto che la presenza di truppe italiane in Ucraina in questa fase non è mai stata all'ordine del giorno. Io vedo questa come una soluzione che rischia di essere molto complessa e probabilmente meno risolutiva di altre", ha detto in un punto stampa ai cronisti.

Meloni è "molto dispiaciuta per quello che è accaduto" tra Trump e Zelensky, ma sostiene che "non sia particolarmente utile per nessuno in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie. Penso che il nostro lavoro debba essere un altro nell'interesse dell'obiettivo comune e ucraino", ha dichiarato. Anche per questo motivo, Meloni ha ridimensionato la notizia del piano messo a punto da Francia e Gran Bretagna. "Presentato? Ci sono degli spunti, presentato non direi", ha dichiarato. "Ci sono varie proposte, penso che chiunque metta sul tavolo una proposta faccia in questo momento una cosa utile. Poi ci possono essere perplessità su alcune proposte" come quella "dell'utilizzo di truppe europee su cui ho espresso perplessità'", ha detto ancora.

Il vertice di ieri è stato definito dalla premier come "una discussione franca" su come agire per ottenere una pace giusta in Ucraina. Un obiettivo che Meloni punta a raggiungere con tutto l'Occidente e sotto la copertura dell'Alleanza Atlantica. "Io penso che il modo più effettivo alla fine sia sempre all'interno diciamo di quella che è la cornice atlantica, che non vuol dire necessariamente ingresso nella Nato ma può voler dire diverse opzioni. Qui si dice thinking out of the box, pensare un po' fuori dalla scatola. Credo che il tema di quello che è l'articolo cinque della Nato, sia il tema più efficace di tutto", ha detto riferendosi a uno dei pilastri del patto atlantico, che prevede l'impegno dei Paesi alleati a considerare un eventuale attacco armato contro uno di essi come un attacco diretto contro tutti.

Meloni insomma, non intende rinunciare all'appoggio americano. "Sicuramente gli Stati Uniti vogliono una pace, la vogliono velocemente ma penso anche che proprio perché Trump dice di essere un peace keeper, cioè sono una persona che vuole portare pace, penso sia anche nell'interesse degli Stati Uniti essere certi che nel momento in cui si arriva a una pace non si torni indietro", ha sottolineato. La premier, che finora non ha fatto mistero della volontà di fare da pontiere tra Usa e Ue grazie alla sua vicinanza al tycoon, ha aperto alla possibilità di avere un altro faccia a faccia a Washington. "Penso che a un certo punto andrò alla Casa Bianca, non è attualmente calendarizzato", ha spiegato.

Quanto all'ipotesi di una condivisione dell'atomica francese con tutta l'Ue, Meloni fredda. Un "ombrello nucleare" europeo "è un tema che prende in considerazione un disimpegno Usa e questo è uno scenario che non auspico. Quindi credo che non sia intelligente parlarne", ha detto prima di tornare a ribadire cautela. "Tutto quello che posso fare per mantenere l'Occidente unito lo faro'", ha aggiunto.

Sui dazi annunciati dagli Usa invece, la premier ha detto di essere "ovviamente molto preoccupata, noi siamo una nazione esportatrice e ci rendiamo tutti conto che sarebbe un problema perché se ci fossero dazi la Ue risponderebbe", insomma "sarebbe una escalation che ci indebolisce alla fine tutti quanti e credo che si possano trovare soluzioni anche su questo che non siano necessariamente di rottura ma di accordo", ma "parliamo con un dealer che ragiona di accordi, quindi dobbiamo ragionare di accordi", ha concluso.

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