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Che cosa è il “sistema nazionale di certificazione della parità di genere” inserito nel Pnrr

Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, che vede tra i propri obiettivi strategici fondamentali il superamento delle disparità di genere, spunta un “sistema nazionale di certificazione della parità di genere” che “intende accompagnare le imprese nella riduzione dei divari in tutte le aree più critiche per la crescita professionale delle donne, e rafforzare la trasparenza salariale”. Ecco di cosa si tratta.
A cura di Annalisa Girardi
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La parità di genere è uno degli obiettivi strategici del Piano nazionale di riprese e resilienza, indicato anche dall'Unione europea per il rilancio economico e sociale del nostro Paese dopo l'emergenza coronavirus, che ha colpito particolarmente le donne. "La mobilitazione delle energie femminili, in un’ottica di pari opportunità, è fondamentale per la ripresa dell’Italia. Per questo occorre intervenire sulle molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne", si legga nella bozza finale del Pnrr che all'inizio della prossima settimana sarà presentata in Parlamento. Nel testo si analizzano le disparità di genere sotto diversi aspetti, quello lavorativo ad esempio, ma non solo.

"Alla luce di queste disuguaglianze, il governo attraverso Dipartimento per le Pari Opportunità intende lanciare entro il primo semestre 2021 una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, in coerenza con la Strategia europea per la parità di genere 2020-2025. La Strategia nazionale presenta cinque priorità (lavoro, reddito, competenze, tempo, potere) e punta, tra l’altro, alla risalita di cinque punti entro il 2026 nella classifica del Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (attualmente l’Italia è al 14° posto, con un punteggio di 63,5 punti su 100, inferiore di 4,4 punti alla media UE)", si legge nel Piano.

E spunta anche un nuovo "sistema nazionale di certificazione della parità di genere" che "intende accompagnare le imprese nella riduzione dei divari in tutte le aree più critiche per la crescita professionale delle donne, e rafforzare la trasparenza salariale". Per l'iniziativa è previsto uno stanziamento di 100 milioni di euro, stando all'ultima bozza del Recovery Plan. Questa sarà accessibile a tutte le imprese nella fase sperimentale, fino a giugno 2026 però sarà agevolata per le Pmi e le microimprese. Le aree più critiche in cui dovrebbe essere implementato il nuovo sistema sono le opportunità di crescita in azienda, la parità salariale, la gestione delle differenze di genere, e la tutela della maternità.

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