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Che cosa c’è nel DEF del governo Conte e cosa cambia per gli italiani

Il governo ha approvato il Documento di Economia e Finanza e lo scostamento di bilancio per altri 55 miliardi di euro. Proviamo a capire come cambia la programmazione del governo, quali sono le stime per i prossimi anni e cosa accadrà alle finanze pubbliche e all’economia dopo l’epidemia da coronavirus che ha colpito il Paese.
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Mentre si ragiona sulle tempistiche e le modalità di una fase due che si annuncia lunga e complessa, il governo è al lavoro per impostare il piano di sostegno all’economia e al reddito dei cittadini italiani. Le previsioni, del resto, indicano un calo del PIL e l’esplosione del debito per il 2020, per condizioni che necessariamente influiranno sulle politiche di bilancio del nostro Paese. Tutto ciò trova posto nel DEF, il Documento di Economia e Finanze che rappresenta la sintesi delle politiche economiche e dello stato della finanza pubblica del nostro Paese.

Cosa c'è nel DEF del governo Conte

Normalmente, le cifre cui si guarda con maggiore attenzione sono quelle relative al rapporto fra deficit e PIL e al debito pubblico. Il regime di eccezionalità derivante dalla pandemia di Covid-19 ha di fatto spostato l’attenzione su altre questioni, dal momento che appare scontato che non si rientrerà in alcun modo nei parametri “standard”, ma si dovrà lavorare su cifre radicalmente diverse. Nel documento si sottolinea il ruolo della crisi epidemica quale “cigno nero dell’economia”, spiegando come senza la pandemia avremmo avuto “una modesta espansione nel primo trimestre dell'anno, rendendo raggiungibile la previsione di crescita annua dello 0,6 per cento formulata nella Nadef di settembre 2019”. La situazione attuale, invece determinerà un quadro completamente diverso, con un calo del PIL del 5,5% nel primo trimestre e fino al 10,5% nel secondo trimestre. Nel terzo trimestre, con la graduale ripresa delle attività, si prevede invece un rimbalzo positivo del 9,6%, per un trend che proseguirà a +3,8% nel quarto trimestre. Lo scostamento rispetto alla NADEF dello scorso anno è di un -8% per il 2020 con un + 4,7% per il 2021. C’è però anche uno scenario completamente diverso, che rimanda a una recrudescenza dell’epidemia: in tal caso, si renderebbero necessarie “nuove chiusure delle attività produttive e restrizioni ai movimenti dei cittadini”, che porterebbero il PIL annuo a meno 10,6% e trascinerebbero in basso anche le stime di crescita per il 2021.

Qui il dato tendenziale:

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La tabella seguente, invece, riassume tendenziale, programmatico e per l'effetto delle nuove politiche:

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È bene sottolineare come il governo si riservi di elaborare “nuove previsioni macroeconomiche programmatiche quando sarà superata la fase emergenziale più acuta alla luce della versione finale delle nuove politiche urgenti, dell’evoluzione globale della pandemia, della strategia adottata per la riapertura dei settori produttivi e dei dati economici che si renderanno disponibili nel frattempo”.

Nel prossimo anno caleranno anche i consumi (7,2%), gli investimenti (12,3%), le esportazioni (14,4%) e le importazioni (13,5%). Non sono buone le previsioni sulla disoccupazione, in crescita fino all’11,6% per il 2020 e all’11% anche nel 2021.

Grazie ai margini di flessibilità concessi dalla UE, il governo ritiene che il quadro di finanza pubblica a legislazione vigente risulti “compatibile con le regole europee per il biennio 2020-2021” e che anzi “nel 2020 l'Italia risulterebbe in deviazione non significativa sia sulla variazione annuale che su quella biennale richieste”. L'ulteriore scostamento di bilancio di 55 miliardi (che dovrà essere approvato dal Parlamento e su cui si baserà il prossimo decreto) porterà il deficit al 10,4% del PIL per il 2020 (5,7% nel 2021), mentre il debito salirà al 155%.

Nel DEF il governo si impegna a sterilizzare completamente le clausole di salvaguardia con la prossima manovra economica, impedendo un aumento dell’IVA che avrebbe effetti disastrosi sul reddito dei cittadini, già notevolmente impoverito.

Il 28 aprile il Documento dovrebbe essere esaminato dalle commissioni parlamentari, mentre la Camera sarà chiamata a votare lo scostamento dal pareggio di bilancio il 29 aprile. Il 30, dunque, potrebbe tenersi il Consiglio dei ministri chiamato a varare il nuovo decreto per fronteggiare l'emergenza economica.

Che cos’è il DEF

Il Documento di Economia e Finanza descrive il quadro economico nel suo complesso, con le previsioni “relative alle principali grandezze del quadro macroeconomico e al quadro di finanza pubblica a politiche invariate e a legislazione vigente”, la definizione degli “obiettivi programmatici sia macroeconomici sia di finanza pubblica” e le intenzioni del governo sull’articolazione “degli interventi che si ritiene necessari per correggere gli andamenti tendenziali allo scenario programmatico”. La programmazione del DEF è triennale e vincolante: in altre parole ogni provvedimento o intervento di natura economica e finanziaria deve tener conto di ciò che è scritto nel documento (o nella nota di aggiornamento), stime incluse.

Come vi abbiamo spiegato nel dettaglio qui, il DEF è normalmente suddiviso in tre sezioni, seguite da allegati con misure specifiche e con la ripartizione dei fondi per ambiti e Regioni. La prima sezione è curata dal Dipartimento del Tesoro e indica:

  • gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica almeno per il triennio successivo e gli obiettivi articolati per i sotto settori del conto delle amministrazioni pubbliche;
  • l'aggiornamento delle previsioni per l'anno in corso, evidenziando gli eventuali scostamenti rispetto al precedente Programma di stabilità;
  • l'evoluzione economico-finanziaria internazionale, per l'anno in corso e per il periodo di riferimento; per l'Italia, le previsioni macroeconomiche, per ciascun anno del periodo di riferimento, con  evidenziazione dei contributi alla crescita dei diversi fattori, dell'evoluzione dei prezzi, del mercato del lavoro e dell'andamento dei conti con l'estero;
  • le previsioni per i principali aggregati del conto economico delle amministrazioni pubbliche;
  • gli obiettivi programmatici, indicati per ciascun anno del periodo di riferimento, in rapporto al prodotto interno lordo, tenuto conto della manovra, per l'indebitamento netto, per il saldo di cassa, al netto e al lordo degli interessi e per il debito delle amministrazioni pubbliche.

La seconda sezione è invece curata dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato e contiene una serie di analisi, tra cui:

  • il conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell'anno precedente e degli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici indicati nel DEF;
  • e previsioni tendenziali, almeno per il triennio successivo, del saldo di cassa del settore statale e le indicazioni sulle correlate modalità di copertura;
  • le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, almeno per il triennio successivo.

La terza sezione, curata dal Tesoro e dal Dipartimento delle politiche europee, include:

  • lo stato di avanzamento delle riforme avviate;
  • gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;
  • le priorità del Paese e le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nella prima sezione del DEF.
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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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