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Che cosa c’è nel ddl Ricostruzione approvato dal Senato e quali sono le novità in caso di calamità

Con l’ok del Senato il ddl in materia di ricostruzione post-calamità è diventato legge. Il testo disciplina l’organizzazione e l’esecuzione delle attività di ricostruzione in caso di disastri come terremoti o alluvioni. Ecco che cosa prevede e quali sono le novità principali.
A cura di Giulia Casula
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Ieri l'Aula del Senato ha approvato con 83 voti a favore, nessun contrario e 29 astenuti la legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità. Il testo, già approvato dalla Camera, è diventato legge e disciplina l'organizzazione e l'esecuzione delle attività di ricostruzione in caso di disastri naturali, come terremoti o alluvioni.

In tutto il ddl conta 28 articoli che dovrebbero superare la frammentazione tra le varie norme emanate nel corso del tempo. Al centro del provvedimento l'istituzione dello stato di ricostruzione di rilievo nazionale, che verrà deliberato dal Consiglio dei ministri nei casi in cui i danni provocati siano tali da richiedere interventi di urbanistica ed edilizia su larga scala. Lo stato di ricostruzione nazionale potrà durare un massimo di cinque anni, eventualmente prorogabile fino a dieci.

Il testo prevede anche, all'articolo 3, la figura del Commissario straordinario alla ricostruzione nominato dal governo e con l'incarico di adottare entro sei mesi un piano di interventi sulle aree colpite dalla calamità, che tenga contro anche dei costi legati ai danni e delle risorse necessarie per finanziare i lavori. Il Commissario inoltre, potrà autorizzare altre assunzioni presso gli enti locali coinvolti nel caso in cui si presentasse la necessità.

Viene istituita poi la cabina di coordinamento per la ricostruzione, presieduta dal Commissario, con il compito di coordinare gli interventi. Alla presidente del Consiglio o al suo delegato rimarrà comunque il potere di adottare direttive per assicurare lo svolgimento delle attività di ricostruzione.

Tra le altre cose vengono previsti due diversi stanziamenti, un ‘Fondo per la ricostruzione' e uno ‘per le spese di funzionamento dei commissari straordinari alla ricostruzione e disciplina la contabilità speciale'. Una parte delle disposizioni invece, riguarda più strettamente le misure per la ricostruzione pubblica e private, con cui vengono fissati i criteri di ammissibilità ai contributi e le modalità di stanziamento delle risorse economiche. In particolare, i privati danneggiati potranno accedere ai sostegni per la riparazione degli immobili o per il ripristino dei beni mobili distrutti. Per quel che riguarda il patrimonio pubblico danneggiato, spetterà al Commissario straordinario approvare i progetti di ricostruzione e gli interventi sul dissesto idrogeologico e infrastrutture.

Un'altra parte del ddl si concentra sulla tutela ambientale con norme per il trasporto e il trattamento dei materiali derivanti dagli eventi calamitosi o dai lavori di riparazione e misure per la riqualificazione ecologica delle aree colpite. Gli ultimi articoli introducono nome in materia di controllo e trasparenza, a partire dalla pubblicazione online di tutti gli atti del Commissario straordinario e dalla previsione di protocolli specifici per la gestione dei contratti dei lavoratori impiegati negli interventi.

Il testo è stato accolto con entusiasmo dal ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. "Grazie al governo Meloni, finalmente l'Italia si dota di un Codice per la Ricostruzione", ha commentato. "Una normativa omogenea dal Nord al Sud, che fissa tempi certi e procedure celeri. Ricostruire dopo una calamità, senza costringere la popolazione sinistrata a lunghe attese significa anche evitare e scongiurare lo spopolamento dei territori colpiti. Anzi, il Codice prevede risorse certe per la rigenerazione del territorio, a sostegno della ripresa economica", ha concluso.

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