Cgil e Uil proclamano sciopero generale il 29 novembre: “Su manovra convocati da governo a cose fatte”
Il governo ha convocato i sindacati a Palazzo Chigi per il prossimo 5 novembre, per discutere della legge di Bilancio. Ma secondo Cgil e Uil la mossa dell'esecutivo è stata tardiva, perché il testo è già arrivato in Parlamento per essere discusso, per cui le eventuali modifiche alle misure potrebbero essere fatte a costo zero, o quasi. All'incontro a Palazzo Chigi ci sarà la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e l'invito è rivolto ai segretari generali della Cgil Maurizio Landini, della Cisl Luigi Sbarra, della Uil Pierpaolo Bombardieri, dell'Ugl Francesco Paolo Capone, della Cisal Francesco Cavallaro, di Confedir Michele Poerio, di Confintesa Francesco Prudenziano, di Confsal Angelo Raffaele Margiotta; ai presidente di Cida Stefano Cuzzilla e di Ciu Gabriella Ancora; a Francesco Rizzo dell'esecutivo nazionale confederale Usb.
"Il governo ci convoca la prossima settimana a cose già fatte, con un margine di manovra di possibili emendamenti di 100 milioni. Noi chiediamo cambiamenti profondi e radicali, non qualche emendamento, a partire da una seria riforma fiscale", ha dichiarato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini oggi nella conferenza stampa sulla manovra, durante la quale, con il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, è stato proclamato lo sciopero generale per il 29 novembre.
Allo sciopero manca l'adesione della Cisl, in quanto, secondo Bombardieri, "ha fatto un documento dove dice che le sue priorità sono diventate risultati.Con grande rispetto nei confronti dei colleghi della Cisl, ma su questo registriamo che abbiamo visioni totalmente diverse".
Le motivazioni dello sciopero generale del 29 novembre
"Le ragioni dello sciopero generale sono che le misure previste nella manovra non danno risposte alle esigenze del Paese reale, non rispondo a quanto lavoratori, giovani e pensionati ci chiedono. Abbiamo raggiunto l'obiettivo che è quello del mantenimento del cuneo fiscale ma non darà un euro in più nelle buste paga di gennaio", ha detto il segretario della Uil, PierPaolo Bombardieri.
La decisione era nell'aria. In un'intervista a Fanpage.it lo stesso Landini aveva anticipato la mobilitazione: "Di fronte a questa manovra che è stata consegnata in Parlamento senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, pensiamo che ci sia bisogno di arrivare anche a una mobilitazione generale. Lo proporremo anche alle altre organizzazioni e nelle prossime ore, nei prossimi giorni decideremo di mettere in campo un'iniziativa, e non escludiamo assolutamente nulla. È il momento di mobilitarci, di scendere in piazza e di rivendicare di essere ascoltati e di far tornare al centro di questo Paese i bisogni delle persone che per vivere devono lavorare", aveva detto la scorsa settimana il leader della Cgil.
Oggi l'annuncio ufficiale dello sciopero: "Il governo finge di ignorare la realtà celebrando record immaginari", mentre "il Pil cresce dello ‘zero virgola', la produzione industriale cala da 19 mesi consecutivi, l'evasione fiscale e contributiva è a quota 82,4 miliardi" e "la manovra di bilancio peggiorerà ulteriormente la situazione e ci infliggerà 7 anni di austerità", hanno detto Cgil e Uil spiegando le motivazione dello sciopero generale.
Per i sindacati la legge di bilancio porterà "un drastico taglio al personale e alle risorse dei servizi pubblici, a partire da sanità (con fondi che in tre anni si ridurranno fino al 5,91% del Pil nel 2027), istruzione, trasporto pubblico, enti locali: più tasse e più costi a carico dei cittadini"; "rinnovi contrattuali 2022-2024 per il pubblico impiego che coprono appena un terzo dell'inflazione cumulata"; "brutale perdita del potere d'acquisto" di lavoratori e pensionati, causata da un'inflazione da profitti a cui non è stato posto alcun rimedio".
"C'è stata una scelta politica da parte del governo di presentare un Piano strutturale di bilancio che vincola il Paese a 7 anni di tagli della spesa pubblica – ha sottolineato oggi Landini -. Questo governo che fa il sovranista, ha votato le scelte fatte in Europa. Ma per far quadrare i conti si può agire anche sulle entrate e non solo tagliando sulla spesa".
Infine un passaggio su Stellantis. "Noi continuiamo a chiedere che sia direttamente la Presidenza del Consiglio a convocare Stellantis, perché siamo di fronte a un fatto: se nel Paese il sistema della mobilità e della produzione continueranno ad esistere o no. Secondo me non c'è consapevolezza di quello che sta succedendo. Di fronte a una situazione di questa misura tagliare le risorse, come ha fatto il governo, è follia e continuare ad avere un'azienda mai convocata vuol dire assumersi la responsabilità di favorire un processo di deindustrializzazione. È più di un anno che diciamo queste cose", ha aggiunto Landini.
"Elkann ha visto il presidente della Repubblica, vorremmo capire cosa si sono detti, se non è un segreto di Stato, con grande rispetto istituzionale nei confronti di Mattarella. Ma il fatto che non sia maggior azionista del gruppo è fatto noto da anni", ha concluso Bombardieri.