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C’erano una volta Michele Santoro e la Rai. Ma un giorno arrivò Berlusconi…

Michele Santoro e la Rai si sono separati in maniera consensuale. Fanpage ha cercato di ricostruire le tappe principali di un amore burrascoso nel quale Berlusconi è stato sempre il terzo incomodo.
A cura di Alfonso Biondi
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Conduttore di Annozero

A mettere zizzania tra i due amanti c'è sempre il terzo incomodo. L'incomodo è Silvio Berlusconi, gli amanti sono Michele Santoro e la Rai. Una tresca che va avanti da tempo e che oggi s'è conclusa come in fondo ci si aspettava: Annozero è stato cancellato dal palinsesto autunnale di Rai 2 e Santoro… pure. In una nota pubblicata da Viale Mazzini si legge che entrambi "hanno convenuto di risolvere il rapporto di lavoro, riservandosi di valutare in futuro altre e diverse forme di collaborazione". Della serie "arrivederci e grazie". La telenovela è finita. Qualcuno resta con l'amaro in bocca; qualche altro pregusta già la nuova serie; qualche altro ancora riguarda con nostalgia tutte le puntate. Ed è a questi ultimi che intendiamo rivolgerci, raccontando e rivivendo la storia di Michele Santoro, Silvio Berlusconi e Mamma Rai.

GLI ESORDI IN RAI

La carriera di Santoro in Rai inizia nel 1982 e lo porta pian piano ad essere autore e conduttore di alcuni programmi  di approfondimento come Samarcanda, Il rosso e il nero e Tempo Reale. Nel 1996 passa a Mediaset dove riveste il ruolo di direttore del programma Moby Dick in onda su Italia 1. Tre anni dopo torna in Rai con Circus e nel 2000 vedono la luce Sciuscià e il Raggio Verde.

IL RAGGIO VERDE E L'ODORE DEI SOLDI

L'anno chiave di questa storia è senza dubbio il 2001. Il 14 marzo di quell'anno nella trasmissione "Satyricon" Daniele Luttazzi ospita un giovanissimo Marco Travaglio. Travaglio ha da poco scritto con Elio Veltri il libro  "L'odore dei soldi", un libro/inchiesta sulle fortune economiche di Silvio Berlusconi. Il libro ricostruisce i movimenti finanziari delle holding del Cavaliere e riporta l'ultima intervista rilasciata da Salvatore Borsellino nella quale il famoso magistrato cita Berlusconi e Dell'Utri come oggetti di un'indagine in corso. Berlusconi e la maggioranza la prendono malissimo, e scoppia il putiferio.

La maggioranza (e non solo) attacca violentemente Luttazzi, Travaglio, Rai 2 e tutta la Rai. L'aria è molto pesante. La Casa delle libertà decide per l'Aventino televisivo; tradotto: nessuno dei suoi rappresentanti si presenterà in trasmissioni del servizio pubblico. Michele Santoro dedica la puntata del 16 marzo del Raggio Verde all'intervista di Luttazzi a Travaglio e alle reazioni del mondo politico: in studio, oltre ad Antonio Di Pietro, ci sono solo giornalisti. Come promesso non è presente nessun esponente della maggioranza. In studio si parla dell'ultima intervista di Borsellino, quando all'improvviso in diretta interviene nientemeno che il Cavaliere. La telefonata si svolge così:

Santoro chiede a Berlusconi di "rimuovere il vincolo", cioè di tornare a mandare i suoi in trasmissioni televisive; il Cavaliere, però, continua il suo attacco e la telefonata finisce con un niente di fatto. Il giorno dopo la Casa della Libertà accusa il conduttore di aver violato la par condicio. Si tratta di un'accusa che però non regge per una serie di motivi: primo tra tutti il fatto che alle elezioni mancano circa 2 mesi e il regime di la par condicio scatterà solamente un mese prima. L'Authority poi sottolinea che "il raggio verde non è un programma di comunicazione politica o una tribuna elettorale, ma una trasmissione di informazione e approfondimento che deve seguire l'attualità, le notizie".

Nelle puntate successive, Santoro continua a battere dove il dente duole. L'Authority gli suggerisce una puntata riparatoria su Dell'Utri, visto che dal libro/inchiesta di Travaglio sono emersi alcuni suoi presunti rapporti con la mafia. La puntata va in onda il 21 aprile e uno degli ospiti è proprio Dell'Utri. Santoro, più volte accusato di essere fazioso, stavolta concede alla coppia composta da Dell'Utri e Jannuzzi (direttore del Velino e collaboratore del giornale) 66 minuti contro i 30 lasciati a Di Pietro e Lodato (giornalista dell'Unità). Ma il giorno dopo Berlusconiha ancora da ridire: "Il Raggio Verde di ieri è stato un nuovo processo in diretta contro Dell'Utri. Vi è stata una sistematica manipolazione della verità. La Rai è diventata strumento di alterazione sistematica del confronto". Santoro si difende sottolineando che la trasmissione è stata equilibrata e rispettosa delle indicazioni dell'Authority.

Quando Berlusconi il 13 maggio vince le elezioni presenta contro il Raggio Verde il quinto esposto in poche settimane. L'Authority- che Travaglio nella nuova edizione de "L'odore dei Soldi" definisce una geniale invenzione del centrosinistra della quale fanno parte uomini lottizzati dai partiti- sanziona la Rai per 40 milioni di euro. Zaccaria, presidente della Rai preferisce non pagare e ricorre al Tar del Lazio. Passano i mesi, ma  la causa si arena perché l'avvocato Vaccarella di Forza Italia è ora diventato giudice costituzionale e non può più difendere il suo partito: la causa deve quindi ricominciare da zero. La Rai, che intanto ha "cambiato gestione", rinuncia al ricorso al Tar che quindi, con dispiacere di Santoro, non può pronunciarsi sulla vicenda.

L'EDITTO BULGARO

Nel novembre del 2001 inizia il nuovo programma di Santoro "Sciuscià Edizione Straordinaria". Ora, però, al governo c'è Berlusconi che dalla scarpa ha parecchi sassolini da togliersi. E' il 18 aprile 2002 quanto il Presidente del Consiglio, nel corso di una conferenza stampa a Sofia, attacca duramente Biagi, Santoro e Luttazzi. Si tratta del cosiddetto "Editto bulgaro":

Santoro è indignato dalle parole di Berlusconi e non esita a definirlo "un vigliacco che abusa dei suoi poteri per attaccare persone più deboli di lui, alle quali non concede il diritto di difesa". Il giorno dopo va in onda Sciuscià e il conduttore, in segno di protesta per quanto accaduto a Sofia, apre la trasmissione cantando "Bella Ciao". Il 31 maggio va in onda l'ultima puntata di Sciuscià. Il Cda della Rai, a maggioranza di centrodestra, decide di cancellare il programma per "motivi di tutela aziendale". Insieme a Santoro vengono allontanati anche Biagi e Luttazzi.

LA CAUSA CONTRO LA RAI E IL RITORNO IN TV

Santoro però decide di ricorrere contro l'azienda pubblica per quello che a suo dire è "un licenziamento senza giusta causa". Nel 2005 il Giudice del lavoro del Tribunale di Roma gli dà ragione, condanna la Rai a un risarcimento di 1 milione e 400mila euro, dispone che il conduttore venga reintegrato e che abbia nuovamente uno spazio in prima serata. Santoro, però, torna in tv solamente nel 2006, a seguito dell'insediamento del secondo governo Prodi. Il suo nuovo programma, che continua ad andare in onda ancora oggi, si chiama Annozero. Anche Annozero spesso e volentieri subisce delle critiche violentissime sia da parte dei vertici Rai, sia da parte di esponenti politici della maggioranza. Santoro, come al solito, risponde sempre pan per focaccia. Un esempio su tutti, la telefonata del 27 aprile 2011 fatta dal dg Mauro Masi in diretta:

Ovviamente anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non risparmia critiche e attacchi a Santoro. L'ultimo in ordine cronologico risale a pochi giorni fa: stavolta Annozero è accusato di aver influenzato il voto delle elezioni amministrative– che hanno fatto registrare una sonora sconfitta da parte del centrodestra- offrendo ai telespettatori una rappresentazione della realtà non corrispondente al vero. "Ci impegneremo parlamentarmente affinché non possa più accadere in futuro"- tuona il Presidente:

http://www.youtube.com/watch?v=EP8I2mkaEaE

Ma non servirà un impegno parlamentare: il 6 giugno infatti arriva la notizia di una separazione consensuale tra Santoro e la Rai. L'avvincente storia, purtroppo, finisce qui. Adesso non resterà che aspettare la nuova, attesissima serie (to be continued…)

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