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Censis: italiani dalla doppia morale, in 800mila hanno fatto “regalini” in cambio di aiuto

È il Censis a lanciare l’allarme e a puntare il dito contro la Pubblica Amministrazione, le cui inefficienze possono bloccare la ripresa economica. E il problema non è solo quello della corruzione.
A cura di Redazione
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La ripresa è in arrivo, le aziende sono pronte, ma si rischia il flop a causa di una pubblica amministrazione inefficiente. È questa, in estrema sintesi, la diagnosi del Censis dopo una serie di rilevazioni e sondaggi condotta nelle ultime settimane. “Per fare sviluppo, il rilancio della decisionalità politica ha bisogno di una buona burocrazia che lavori all'implementazione operativa delle riforme”, si legge nella nota dell’istituto, che chiama in causa la necessità di un contributo importante da parte della politica.

Il tessuto produttivo italiano è pronto, con “una corazzata di oltre un milione di società di capitali attive: sono le più robuste e strutturate nell'universo di 5,2 milioni di imprese italiane complessive, quelle in grado di attirare risorse e mettersi in marcia verso la ripresa”. Una ripresa facilitata da una serie di fattori, fra cui il crollo del prezzo del petrolio, la debolezza dell’euro e il basso costo del denaro; e gli effetti positivi già si registrano in settori importanti come quello della ristorazione (quasi 11.000 imprese registrate in più nel 2014) e del commercio (+7.500 imprese), oltre che nei servizi alle imprese (+9.300).

Ci sono però due tipi di ostacoli a questo processo virtuoso: il primo chiama in causa le inefficienze della Pubblica Amministrazione, il secondo le “priorità sociali della ripresa”. Nel primo caso, il Censis nota come nella percezione degli italiani, la PA funzioni poco e male: “Oggi però il 50,5% degli italiani pensa che la pubblica amministrazione funzioni male (il dato sale al 59% al Sud) e solo per meno dell'1% funziona molto bene. Per il 63,5% nell'ultimo anno la pubblica amministrazione non è cambiata, per il 21,5% è addirittura peggiorata e solo per il 15% è migliorata”. Sotto accusa la questione della corruzione, con “la doppia morale”:

Per ottenere un'autorizzazione o accelerare una pratica nella pubblica amministrazione 4,2 milioni di italiani hanno fatto ricorso a una raccomandazione o all'aiuto di un parente, amico, conoscente. All'inefficienza della pubblica amministrazione gli italiani si adattano secondo una doppia morale. Sono quasi 800.000 le persone che hanno fatto un qualche tipo di regalo a dirigenti e dipendenti pubblici per avere in cambio un favore.

Infine c’è la questione della precarietà del lavoro, problema irrisolto, anzi probabilmente aumentato, negli ultimi anni. Per il Censis, “l’antidoto più efficace per le patologie sociali è la creazione di lavoro. Il bilancio dell'occupazione nel periodo della crisi testimonia la perdita di 615.000 posti di lavoro e l'aumento del precariato”. E il bilancio non è dei più rosei:

Le patologie sociali che la ripresa deve curare. Le persone a rischio di povertà o esclusione sociale in Italia sono aumentate di oltre 2,2 milioni negli ultimi sei anni di crisi: sono passate da 15.099.000 a 17.326.000. Il tasso di persone a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 28,4% in Italia, superiore a Spagna (27,3%), Regno Unito (24,8%), Germania (20,3%) e al valore medio dell'Ue (24,5%). Le disuguaglianze sono aumentate perché chi meno aveva più ha perso: nell'ultimo anno gli operai hanno avuto un taglio della spesa media familiare mensile del 6,9%, gli imprenditori del 3,9% e i dirigenti dell'1,9%

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