Cecilia Strada: “Nel Mediterraneo decidiamo chi essere: siamo quelli che lasciano annegare le persone?”
"La criminalizzazione del soccorso in mare è qualcosa di cui la storia ci chiederà conto". Lo dice Cecilia Strada, della Onlus ResQ – People Saving People, in un'intervista con Fanpage.it. "Non è cominciata oggi, è da anni che si va avanti a parlare di taxi del mare, di complicità con gli scafisti, di pull factor. Sono tutte cose che non esistono", aggiunge.
La nave di ResQ sta per ripartire per una nuova missione di soccorso nel Mediterraneo centrale. "La nave si prepara a tornare in mare in un momento di grande delirio. Nei soli primi tre mesi sono morte almeno 500 persone nel Mediterraneo centrale. Senza contare i tantissimi respingimenti, almeno 4 mila persone sono state intercettate in mare e riportare in Libia quest'anno", prosegue Strada. Ci sono poi le politiche del governo, in primis la pratica di assegnare porti di sbarco lontani rispetto all'area dei soccorsi: "Questo è un grosso ostacolo per le Ong. Perché mandare una nave in un inutile viaggio di cinque giorni per andare al porto assegnatole, e poi altri cinque per tornare, significa tenerla per dieci giorni lontano dalle zone dei soccorsi, oltre che ovviamente aggravare le sofferenze dei naufraghi che sono a bordo e far spendere un sacco di soldi in più alle Ong".
Strada non nasconde di aspettarsi ostacoli lungo il tragitto, ma questi non cambierà l'attività di ResQ: "La nostra attività è basata sulle convenzione internazionali e sulla legge del mare. Noi continueremo a fare quello che la legge ci dice di fare, indipendentemente dai desideri del governo".
Sul soccorso in mare, Strada racconta: "È un'attività complessa, un'attività costosa. È un'attività che nessuno di noi vorrebbe fare. Nessuno di noi vorrebbe essere costretto a rischiare la vita in mare. Nessuno di noi vorrebbe mai trovarsi a tirare su dai gommoni bambini di nove mesi. Però c'è il bisogno di farlo e finché non lo faranno gli Stati, continueremo a farlo noi".
ResQ sta organizzando un evento il prossimo 3 maggio a Milano, al teatro Dal Verme, per parlare di quanto sta accadendo nel Mediterraneo centrale: "Ci saranno tante testimonianze e tante voci su quello che succede nel Mediterraneo. Nel Mediterraneo decidiamo chi siamo. Siamo quelli che lasciano annegare la gente? Siamo quelli che ignorano le richieste di soccorso fino a quando le persone muoiono? Siamo quelli che usano le proprie tasse per violare i diritti umani, finanziando la Guardia costiera libica?".