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Elezioni europee 2024

Ceccardi, Chinnici e Orlando: tutti i candidati alle Europee che ancora non sanno se saranno eletti o no

Le elezioni europee 2024 sono finite domenica scorsa, ma per 12 candidati il destino è ancora incerto. Dipende infatti da quale scelta faranno quegli eurodeputati eletti in più circoscrizioni, come il generale Vannacci e Ilaria Salis. Intanto a Roma mancano ancora i voti di 78 sezioni: Alessia Morani (Pd), scavalcata in extremis da Marco Tarquinio per una manciata di voti, non ci sta e annuncia ricorso.
A cura di Luca Capponi
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In foto: Ceccardi (Lega), Chinnici (FI), Orlando (Avs) e Maran (Pd)
In foto: Ceccardi (Lega), Chinnici (FI), Orlando (Avs) e Maran (Pd)
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Le elezioni europee 2024 si sono chiuse quasi una settimana fa, ma i nomi dei 76 eurodeputati eletti che rappresenteranno l'Italia nel prossimo Parlamento europeo non sono ancora definitivi. Non solo per il "caos scrutini" a Roma, dove tutt'ora mancano 78 sezioni da contare e per la quale Alessia Morani (Pd) – che in un primo momento sembrava sicura di un seggio, prima di essere scavalcata da Marco Tarquinio per 1.400 voti – si è detta pronta a fare ricorso. Ma anche perché alcuni candidati sono stati eletti in più circoscrizioni e dovranno quindi liberare almeno un posto. Ad esempio, il votatissimo Roberto Vannacci (Lega), che ha ottenuto più di mezzo milione di preferenze, è stato eletto in quattro collegi e dovrà sceglierne uno: ci sono quindi altrettanti eurodeputati della Lega che puntano a occupare i tre posti a cui il generale dovrà rinunciare. Il rebus – che riguarda anche Pd, Forza Italia e Avs – si risolverà entro quindici giorni. In base alla normativa, infatti, dal momento della proclamazione – prevista fra 7 giorni – i candidati in più collegi devono scegliere entro 8 giorni quale collegio intendono rappresentare.

Il caso Avs: tutto dipende da Salis e Lucano

Una delle situazioni più intricate riguarda Alleanza Verdi e Sinistra. Il partito di Fratoianni e Bonelli ha ottenuto sei seggi. Tre di questi andranno sicuramente a Ignazio Marino, Mimmo Lucano e Ilaria Salis, ma rimangono altri sei candidati in corsa per le restanti tre poltrone. Uno dei maggiori indiziati ad andare a Strasburgo è Leoluca Orlando, arrivato terzo (da capolista) nelle Isole dietro a Salis e Lucano. Per gli altri posti, bisognerà necessariamente tener conto dell'equilibrio tra i candidati di area verde e quelli del partito di Sinistra Italiana. Ecco perché Cristina Guarda, nota per il suo impegno ambientalista, ha ottime possibilità di farcela. Le basterà sperare che Mimmo Lucano non scelga di rappresentare il collegio Nord-Est, ma punti a far valere la sua vittoria al Sud (in questo caso resterebbe fuori Francesco Emilio Borrelli, che ha già il suo incarico di deputato a Montecitorio). Più in salita, invece, l'elezione di altri due candidati attivi sulle questione climatiche come Giovanni Mori (portavoce nazionale di Fridays for Future) e Benedetta Scuderi, nonostante per questi ultimi sia stata lanciata da alcune associazioni "green" una raccolta firme – intitolata Il coraggio di osare – volta a convincere i vertici di Alleanza Verdi-Sinistra a scegliere i candidati con maggiore sensibilità per i temi ambientali. Un'altra che potrebbe ancora sperare è l'attivista lgbtqia+ Marilena Grassadonia, arrivata seconda nel Centro dietro a Ignazio Marino, che teoricamente potrebbe far valere il suo risultato a Nord-ovest: appare però difficile che quest'ultimo rinunci a rappresentare il territorio nel quale, come ha dichiarato lui stesso a Fanpage, tante romane e romani la sostengono.

Fonte: Youtrend
Fonte: Youtrend

I candidati in bilico negli altri partiti: Ceccardi e Chinnici sperano ancora

Nella Lega tutto è in mano a Roberto Vannacci. Il generale è stato eletto a Nord-ovest, a Nord-est, nel Centro e nel Sud. Può però scegliere una sola di queste circoscrizioni e di conseguenza ci sono quattro candidati leghisti pronti a subentrare, ma solo tre posti disponibili. Aldo Patriciello, candidato al Sud, è tra questi quello che ha ottenuto più preferenze di tutti (oltre 70 mila). Può legittimamente sperare di andare a Bruxelles, anche perché siede in Parlamento europeo da quasi 20 anni, tutti trascorsi tra le file di Forza Italia, partito che ha abbandonato alla vigilia di queste Europee per correre con la Lega. Gli altri che coltivano speranze sono Susanna Ceccardi (candidata al Centro), Paolo Borchia (Nord-Est) e Angelo Ciocca (Nord-Ovest). Quest'ultimo, eurodeputato per due legislature, è il candidato più in bilico: spesso è stato critico con Salvini e secondo alcune indiscrezioni il segretario della Lega non gli avrebbe mai perdonato la fondazione – insieme a Umberto Bossi e ad altri – della corrente interna Comitato Nord. Vannacci sul tema ha dichiarato che deciderà "insieme a Salvini, nei prossimi giorni".

Anche il futuro di Caterina Chinnici (Forza Italia) rimane incerto. Il suo ingresso nel prossimo Parlamento europeo dipende da Edmondo Tamajo, assessore regionale in Sicilia che ha ottenuto 120 mila preferenze. La speranza di Chinnici, molto vicina ad Antonio Tajani, è che il partito possa spingere Tamajo a continuare il suo lavoro in regione spianandole così la strada per Bruxelles. Non è meno ingarbugliata la situazione in area Pd. Alessandro Zan è stato eletto in due circoscrizioni: a seconda della sua scelta, tra Nord-Est e Nord-Ovest, potrebbero gioire Andrea Zanoni (consigliere regionale veneto) o l'assessore a Milano Pierfrancesco Maran. Oppure, il terzo scenario: entrambi infatti andranno in Europa qualora Zan rimanesse a Montecitorio a svolgere le sue funzioni da deputato.

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