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C’è stato un nuovo naufragio al largo della Tunisia, 34 persone risultano disperse

C’è stato un nuovo naufragio al largo della Tunisia: un barcone con a bordo 38 persone è affondato al largo di Sfax e ben 34 persone risultano disperse.
A cura di Annalisa Girardi
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C'è stato un nuovo naufragio al largo della Tunisia. Al momento 34  migranti risultano dispersi: la barca su cui viaggiavano è affondata oggi davanti alla costa tunisina. Secondo un portavoce del tribunale di Sfax, Faouzi Masmoudi,  il barcone sarebbe partito per l'Italia con in totale 38 persone a bordo. Quattro di loro sono stati soccorsi. Mentre si cercano i dispersi, il tribunale ha aperto un'indagine.

Proprio questa mattina l'account Twitter di Alarm Phone, la piattaforma che presta assistenza telefonica ai migranti nel Mediterraneo, aveva segnalato un'imbarcazione con una quarantina di persone a bordo che rischiava il naufragio.

"Quaranta persone rischiano di annegare nel Mediterraneo centrale! Un familiare ci ha informato di un barcone in difficoltà che sta cercando di scappare dalla Tunisia. Queste persone hanno raccontato che la cosiddetta Guardia costiera tunisina ha rimosso il motore, picchiato alcune di loro e poi le ha abbandonate in mare. Fermiamo questa violenza", aveva scritto Alarm Phone.

Intanto, nell'ultimo giorno la Guardia costiera tunisina ha fatto sapere di aver bloccato 26 partenze e soccorso oltre mille persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Biserta, Sfax e Mahdia. Di queste, poco più di una ventina sarebbero cittadini tunisini: la maggior parte dei migranti che provava a partire proveniva dall'Africa subsahariana. Qualche giorno fa il presidente tunisino aveva affermato che nel Paese stessero entrando "orde" di persone dalle regioni subsahariane, come parte di una "impresa criminale" per "cambiare la composizione demografica" del Paese.

Secondo l’organizzazione Avocats sans frontières (Asf) in Tunisia si sta alimentando un clima violento: i cittadini di origine subsahariana continuano a subire aggressione, tra cui rastrellamenti per cacciarli dalle loro stesse abitazioni, attacchi fisici veri e propri, insulti e fischi per strada. E con l'aggravarsi della crisi economica nel Paese, le tensioni sociali non fanno che acuirsi.

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