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“C’è chi se ne approfitta”: il governo spiega perché cambierà la legge sul rientro dei cervelli

Il governo vuole far rientrare i cervelli in fuga dall’estero, ma cambierà la norma in vigore perché c’è chi se ne approfitta: il ministro Giorgetti, intervenendo in Senato, ha spiegato quali sono le criticità della legge che verrà modificata.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Quando lei ha concepito questa misura non aveva in testa la piega che poi ha preso". Comincia così l'intervento di Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia del governo Meloni, che risponde in Senato a Matteo Renzi. L'ex presidente del Consiglio l'ha appena accusato di voler gettare migliaia di persone nella disperazione. Parla degli italiani residenti all'estero che contavano di rimpatriare sfruttando il regime fiscale agevolato introdotto proprio dal governo Renzi nel 2015, ma che ora l'esecutivo vuole cambiare radicalmente. "Questo governo tiene al rientro dei cervelli – dice Giorgetti – ma abbiamo applicato il nostro modesto cervello ad alcuni fenomeni da censurare".

Giorgetti fa l'elenco di tutta una serie di storture causate dalla norma: "Tipo il fatto che magari qualcuno rientrasse e prendesse la residenza al Sud per avere una maggiore detrazione, ma poi non contribuisse allo sviluppo del Meridione andando a lavorare da qualche altra parte". E aggiunge: "Oppure quelle pratiche elusive adottate dai gruppi per suddividere il vantaggio tra il dipendente e il gruppo stesso, mettendolo a carico dello Stato". Ancora: "O come il caso del rientro dei cervelli calciatori, su cui una riflessione andrebbe fatta. Perché non c'è vantaggio solo per i grandi campioni, ma l'effetto distruttivo nei confronti del vivaio. I calciatori italiani trovano una concorrenza impropria perché chi arriva da fuori costa esattamente la metà".

"Dico semplicemente che dei 24.450 rimpatriati, i ricercatori e docenti sono 1.800, gli altri sono manager o semplicemente persone che hanno sfruttato un'agevolazione che non è che sia gratis – dice Giorgetti – L'effetto sulle casse dello Stato è valutabile in 1,3 miliardi di euro annui". Poi ironizza ancora: "Nel momento in cui il mio modesto cervello si è applicato a scrivere la legge di Bilancio, lo ha fatto soprattutto verso i redditi medio-bassi che sono i più colpiti dall'inflazione". E infine conclude: "Le modifiche che il decreto legislativo conterrà, presenteranno un regime agevolativo pari o addirittura migliore a quello degli altri Paesi europei e sicuramente agirà per eliminare le distorsioni di cui ho parlato oggi".

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