Cattaneo (FI): “Salvini ha ragione, la pace fiscale era nel programma ma qualcuno ha voluto frenare”

“Sulla pace fiscale sono d’accordo con Salvini, sta ponendo un tema del programma elettorale – dice il deputato di Forza Italia, intervistato da Fanpage.it – Non capisco perché ora si è voluto tirare il freno a mano”. Sul futuro del partito, Cattaneo promuove Tajani: “È la scelta giusta, ma ora dovrà esserci una fase congressuale vera”. La sua candidatura alla guida di Forza Italia, invece, “non è all’ordine del giorno”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sì alla pace fiscale, anche se qualcuno sta tirando il freno a mano. Alessandro Cattaneo, deputato e vicecoordinatore di Forza Italia, è d'accordo con Matteo Salvini: "Serve una tregua", dice in un'intervista a Fanpage.it. Sul futuro del partito, invece, l'ex capogruppo promuove Antonio Tajani, ma chiede una fase congressuale vera da qui al prossimo anno. Nessuna candidatura per lui, almeno per ora.

Onorevole Cattaneo, sabato Antonio Tajani è stato eletto segretario generale di Forza Italia. È la scelta giusta?

È la scelta giusta per il momento che viviamo. Non avremmo mai voluto affrontare il tema del dopo Berlusconi, lo abbiamo fatto trovando l'unità. Antonio Tajani ha l'autorevolezza ed è la persona giusta per gestire questa fase. Poi sarà nostro dovere, da dirigenti nazionali, saper mobilitare e coinvolgere tutte le risorse di Forza Italia.

Dopo il traghettamento di Tajani, che porterà il partito al prossimo congresso nazionale, chi dovrà guidare secondo lei Forza Italia?

Lo decideranno i nostri iscritti, lo deciderà il partito. Ora si apre una fase delicata: Antonio Tajani è in assoluto un dirigente di grande valore, invidiatoci in Italia e all'estero, però, come lui stesso ha detto, dovrà esserci una fase congressuale vera. Abbiamo individuato la scadenza delle elezioni europee. Dobbiamo decidere le regole. Faccio parte dell'ufficio di presidenza, lì le definiremo insieme e decideremo il grado di coinvolgimento di iscritti e simpatizzanti di Forza Italia. Con le regole della competizione si arriverà alla nuova segreteria.

Lei all'epoca del Pdl si candidò alle primarie, ora si proporrà come nuovo leader di Forza Italia?

Altri tempi, altre età. Oggi non è all'ordine del giorno. Io darò il mio contributo e vedremo cosa succede. Però sicuramente ci sarò, perché qui ci sono cresciuto e non ho mai cambiato partito.

Facciamo un altro tuffo nel passato: anni fa si parlava di lei come il "formattatore" quando Matteo Renzi era il rottamatore, oggi Forza Italia ha bisogno di essere formattata?

Ma no, direi proprio di no. Oggi siamo al governo, abbiamo una classe dirigente scelta dagli italiani pochi mesi fa. Però c'è sicuramente bisogno, come allora, di continuare a innovare un po' la politica. Dobbiamo fare attenzione a non chiuderci nel nostro recinto, a non diventare autoreferenziali.

Negli ultimi giorni si è riparlato molto dei primi due figli di Berlusconi, Marina e Pier Silvio. Secondo lei sarebbe auspicabile un loro impegno in politica, magari proprio alla guida di Forza Italia?

Sono due manager straordinari, che guidano delle imprese che generano Pil e danno posti di lavoro. Conosco personalmente l'affetto e la stima che legava Silvio a tutti e cinque i suoi figli. Lo dico con chiarezza: Forza Italia è Silvio Berlusconi, Forza Italia è la famiglia Berlusconi. Loro avranno sempre voce in capitolo, e quando decideranno di occuparsi di Forza Italia per noi dirigenti sarà sempre una notizia molto positiva. Sta a loro decidere, noi siamo a disposizione.

Che idea si è fatto, sulla giustizia, dello scontro con la magistratura e della linea decisa da Palazzo Chigi?

Distinguiamo i piani. Un conto sono le riforme. Noi apprezziamo molto quello che stanno facendo Nordio e il viceministro Sisto. Non vogliamo lo scontro con la magistratura, ma vogliamo le riforme che servono al Paese. Discorso diverso è il caso singolo della Procura di Firenze, su cui Marina Berlusconi si è espressa in maniera sacrosanta. È incredibile, inaccettabile e vergognoso che ci siano procure che dopo decenni ancora provano a inseguire dei teoremi che sono già stati smentiti più e più volte da inchieste e approfondimenti. Anche Marcello Dell'Utri, dopo anni e anni di calvari, ancora viene chiamato dalla Procura. Questo è un attacco alla memoria del presidente Berlusconi, alle aziende, ma anche a Forza Italia. Abbiamo il dovere di difendere la nostra storia, il nostro presente e il nostro futuro.

Negli ultimi giorni si è riparlato tanto anche di pace fiscale per via delle dichiarazioni del ministro Salvini, anche se c'è chi dice che sia una strategia per destabilizzare il governo…

Mi sorprende che qualcuno pensi davvero che nelle parole di Salvini ci sia un tentativo di destabilizzare il governo. Peraltro sono assolutamente d'accordo con lui, perché sta ponendo un tema del programma elettorale. Ho partecipato personalmente alla scrittura del programma per Forza Italia, rappresentavo il presidente Berlusconi. Eravamo al tavolo io, Fazzolari e gli amici della Lega. Non capisco perché ora si è voluto tirare il freno a mano. Quante volte ne abbiamo già parlato? Sappiamo che molti di quei 100 miliardi non possono essere riscossi. Vogliamo azzerare il periodo storico in cui il fisco ha avuto l'obiettivo di pervadere la vita degli italiani. Quando partono 50 milioni di cartelle esattoriali, vuol dire che c'è un problema nel sistema, non che tutti gli italiani sono evasori. Lo stiamo sistemando con la riforma fiscale. Oltre a questo, però, serve una tregua.

Però con la Lega i rapporti in Europa sono abbastanza tesi, il segretario Tajani è stato chiaro su questo: mai con Le Pen e Afd, che però sono gli unici alleati di Salvini in Ue.  Come si risolve questa situazione visto l'orizzonte delle prossime elezioni?

Le famiglie politiche europee sono ben definite e distinte dalla nostra impostazione nazionale. L'ambizione per le prossime elezioni è esportare il modello italiano di centrodestra, perché anche in Europa ci sia una coalizione di governo. Ovviamente siamo lontani anni luce dalle idee di Afd e Le Pen, come onestamente lo siamo anche da Orban o da Vox. L'importante è che l'Italia sia unita nell'esportare in Ue un modello che funziona. La grande differenza tra chi può stare in maggioranza in Europa e chi invece andrebbe bandito è l'attitudine nell'essere forza di governo. Mi viene da ridere quando dicono che la Lega non lo è, visto che è stata il partito più presente al governo negli ultimi cinque anni.

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