Caterina Chinnici (FI): “In Ue per continuare la lotta alla mafia, proporrò un articolo 416 bis europeo”
Caterina Chinnici è in corsa per le prossime elezioni europee con Forza Italia, capolista nella circoscrizione Isole. Magistrata, è stata eletta per la prima volta al Parlamento europeo nel maggio 2014, e poi ancora una seconda volta nella tornata elettorale del 2019, quando è stata confermata europarlamentare. Nell'ultima legislatura ha ricoperto l'incarico di vicepresidente della commissione Cont, ed è stata componente della commissione Libe (come nella prima legislatura), ed è stata membro supplente della commissione Juri (Affari legali). Tutta la sua carriera è stata dedicata alla lotta alla mafia, e anche in Europa ha portato avanti il lavoro iniziato da suo padre, Rocco Chinnici, capo dell'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo e ideatore del pool antimafia, ucciso da Cosa Nostra il 29 luglio del 1983. In un'intervista a Fanpage.it spiega quali sono i dossier che intende portare avanti al Parlamento europeo
Lei ha fatto quasi due legislature complete a Bruxelles. Quali sono i dossier che non è arrivata a ultimare e su cui lavorerebbe se venisse rieletta?
In questi dieci anni ho lavorato molto sui temi della lotta alla criminalità organizzata, sulla tutela dei finanziamenti europei rispetto anche alle interferenze illecite, spesso della criminalità organizzata, sulla tutela dei diritti dei bambini e delle donne. Il mio impegno principale è stato sulla lotta alla criminalità organizzata e ho lavorato su una serie di dossier che hanno contribuito a costruire una legislazione europea di contrasto alla criminalità organizzata completa organica e con norme molto avanzate. Mi riferisco in particolare a tutte le norme a sostegno della cooperazione fra le forze di polizia europee e la magistratura, mi riferisco all'istituzione della Procura europea che è entrata in funzione il 1 giugno del 2021. È il primo organismo che ha la competenza per fare indagini proprio sui reati patrimoniali. Mi riferisco alla revisione del regolamento di Europol, che è il coordinamento delle forze di polizia a livello europeo, di Eurojust, che è invece il coordinamento delle magistrature, la costituzione delle squadre investigative congiunte, tutta una serie di misure e di strumenti per supportare in tutti i Paesi la lotta alla criminalità organizzata.
Gli ultimi dossier votati proprio nella sessione plenaria di marzo e di aprile, hanno riguardato un pacchetto di norme sulla lotta al riciclaggio che prevede, tra l'altro, la costituzione di un'autorità indipendente a livello europeo per il contrasto al riciclaggio. E poi, e di questo sono particolarmente orgogliosa, la nuova direttiva sulla confisca e sul riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata, nella quale ci sono due emendamenti miei: uno che riprende la nostra normativa e che prevede il riuso a fini sociali, che per noi è un dato consolidato ma in molti Paesi non c'è; e l'altro, che è una norma veramente innovativa e avanzata, e lo sarà anche per il nostro Paese, che prevede la possibilità di confisca dei patrimoni costituiti da criptovalute, i cosiddetti crypto-asset. In questi dieci anni al Parlamento europeo ho portato l'esperienza italiana, cercando di capovolgere quello stereotipo che vedeva l'Italia, ma in particolare la Sicilia, uguale mafia.
Lei da magistrato ha portato avanti il lavoro che aveva fatto suo padre, Rocco Chinnici, e poi ha continuato la stessa missione da europarlamentare. Che cosa resta ancora da fare secondo lei? Quali sono le misure più urgenti che andrebbero portate a Bruxelles?
In questi anni come dicevo si è costruita una legislazione completa, molto sul modello della legislazione italiana. Manca però una definizione adeguata di organizzazione criminale, perché ancora in ambito europeo c'è una definizione del 2008, ma sappiamo purtroppo che la criminalità organizzata si trasforma molto velocemente. Oggi è una sorta di attività imprenditoriale a livello globale, cioè ha travalicato i confini di un Paese.
Le mafie sono consapevolmente considerate oggi un fenomeno diffuso in tutti i paesi europei e la Sicilia è diventata il luogo dove è nata l'antimafia. Però occorre, per armonizzare tutte le legislazioni ed avere la certezza che la normativa europea venga introdotta nei singoli Paesi in maniera uniforme, una nuova definizione di organizzazione criminale, simile a quella che abbiamo noi al nostro articolo 416 bis. Quindi direi, in sintesi, serve una sorta di articolo 416 bis europeo.
Tra le proposte del programma di Forza Italia per le europee c'è quella di una difesa comune europea. Ci può spiegare cosa chiedete?
L'Unione europea ci ha garantito settant'anni di pace che però adesso vengono messi in discussione dalla guerra in Ucraina, dalla guerra nel Medio Oriente, da una situazione geopolitica completamente diversa. E allora occorre rafforzare politicamente l'Unione europea sullo scenario globale. In questa ottica rientra l'idea di una difesa comune europea con un esercito comune europeo, che non è un esercito che va per fare la guerra, ma proprio per farsi portatore di pace. Questo sicuramente è un argomento che è già stato trattato, ma che oggi dovremo affrontare in termini di maggiore concretezza per rafforzare l'Unione europea nel suo ruolo di portatrice di pace.
Per quanto riguarda la proposta di un ‘premierato europeo', che è una una questione di cui si sta dibattendo ultimamente, cosa si intende?
Indubbiamente anche qui siamo arrivati ad un momento in cui va rivista tutta la cornice istituzionale degli organismi europei, in particolare il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo. L'idea di avere un unico Presidente della Commissione e del Consiglio va nella direzione di una semplificazione delle procedure per arrivare più velocemente ad una definizione della legislazion. Però in questo si inserisce anche e soprattutto l'esigenza di dare al Parlamento un potere legislativo autonomo. Il Parlamento è l'organismo i cui rappresentanti sono eletti direttamente dai cittadini, quindi espressione di democrazia diretta. Oggi noi non abbiamo la possibilità di proporre un disegno di direttiva. Lavoriamo su quanto ci viene proposto dalla Commissione, spesso riscrivendo il testo, però comunque non abbiamo la possibilità di proporre dei disegni di legge, che in termini europei si chiamano proposte di direttiva. Abbiamo il potere di proporre delle risoluzioni, che sono degli atti di indirizzo sui temi su cui legiferare, però sarebbe importante questo cambiamento, cioè dare al Parlamento un potere legislativo autonomo. E forse anche abolire il cosiddetto diritto di veto, cioè fare in modo che il voto del Consiglio non sia più all'unanimità, o almeno non su tutte le materie, e pensare ad una voto a maggioranza, naturalmente una maggioranza qualificata. Anche questo andrebbe nella direzione di rendere più agevole e veloce il processo legislativo europeo.
Anche la questione della separazione delle carriere dei magistrati è entrata in questa campagna elettorale. Sicuramente è un tema su cui Forza Italia spinge molto. Secondo lei ci sarà la possibilità di portarla a casa a breve?
Questo è un tema più italiano naturalmente, perché in ambito europeo non si discute della specifica organizzazione delle magistrature dei diversi Paesi. Indubbiamente trattandosi di una riforma costituzionale richiede dei tempi e dei passaggi particolarmente attenti. Quindi andrà discussa, andrà approfondita bene, è importante il confronto con la magistratura su questo tema, come è importante in genere il confronto con tutte le categorie coinvolte nelle riforme. Quello che a mio avviso va tenuto fermo, anche perché anche dall'Europa viene questo indirizzo, è l'indipendenza della magistratura. Quale che sia la funzione, giudicante o requirente, è fondamentale mantenere l'indipendenza della magistratura.