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Castellone (M5s) a Fanpage.it: “Siamo l’unico Paese europeo che non ha alzato i salari in 30 anni”

“L’Italia è l’unico Paese in Europa che che in questi 30 anni ha visto una riduzione dei salari. Tutti gli altri Paesi hanno visto un incremento medio del 30% dei salari”: lo dice la senatrice Maria Domenica Castellone in un’intervista con Fanpage.it.
A cura di Annalisa Girardi
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Alle critiche risponde con i dati: "Nel 2019 gli stagionali assunti erano meno di quelli assunti nel 2021, quando c'era il reddito di cittadinanza". Così in un'intervista con Fanpage.it la senatrice del Movimento Cinque Stelle, Maria Domenica Castellone, replica agli imprenditori che si sono lamentati per non riuscire a trovare personale, puntando il dito contro il reddito di cittadinanza. "Il problema non è il reddito di cittadinanza. Il problema forse è che si cercano schiavi più che lavoratori, o si cercano lavoratori a nero", ha commentato la senatrice, sottolineando come il reddito di cittadinanza sia "una misura di dignità" che esiste anche negli altri Paesi europei. Non solo, "una misura che ha permesso durante la pandemia a tante famiglie di arrivare a fine mese".

Nel Paese però non sono solo le fasce più vulnerabili a essere in difficoltà. C'è anche il problema dei salari che negli anni non si sono adeguati al costo della vita in rialzo, come invece è avvenuto nel resto dell'Unione europea: "L'Italia è l'unico Paese in Europa che che in questi 30 anni ha visto una riduzione dei salari, sono i dati Ocse che lo dicono. Tutti gli altri Paesi, anche la Grecia, hanno visto un incremento medio del 30% dei salari".

Il Movimento ha da tempo presentato anche una proposta di legge sul salario minimo, altro grande tema di dibattito politico nel Paese, e si stanno attendendo i pareri dei ministeri dell'Economia e del Lavoro per iniziare a votare gli emendamenti. "Noi abbiamo messo una soglia minima, che è davvero quello che consideriamo il limite al di sotto del quale non si debba scendere, che è di 9 euro lordi. Allora ci meraviglia che le altre forze politiche, incluso il Partito democratico, abbiano proposto degli emendamenti che vanno a rivedere, anzi che chiedono di togliere quella soglia minima".

Sono questioni importanti, che pesano soprattuto nei giovani che si stanno affacciando al mondo del lavoro. "I giovani sono uno dei fulcri del Pnrr, sono inseriti nella missione sulla digitalizzazione, in quella sulle politiche del lavoro, ma anche in quella di istruzione e ricerca", ha spiegato Castellone, ricordando una misura targata M5s per potenziare il diritto allo studio. Ma rimane un problema di fondo, ha aggiunto: e cioè che l'Italia investe troppo poco in formazione universitaria e specialistica. E quando lo fa, poi non riesce a far fruttare quell'investimento: "Pensiamo che per un dottore di ricerca noi più o meno spendiamo 400mila euro. Di questi, però, solo uno su tre poi può lavorare nel nostro Paese. Gli altri sono costretti ad emigrare perché il dottorato di ricerca, che è il più alto titolo di formazione, in molti concorsi non viene riconosciuto. Questo significa fare degli investimenti a perdere, significa regalare agli altri Paesi questi giovani altamente specializzati". Che in questi Paesi sono poi in grado di attrarre finanziamenti e generare ricchezza: "Non aver investito in questo settore, non aver investito in ricerca e sviluppo, che è uno dei settori col più alto fattore di rendimento, vuol dire non aver avuto visione di quello che era veramente necessario per il futuro di questo Paese", ha concluso Castellone.

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