Castelli (Libertà): “Meloni finta antieuropeista, non si è accorta di aver approvato il redditometro europeo”
Viceministro dell'economia dal 2018, ovvero dal governo Conte I, fino alla presidenza Draghi, Laura Castelli ora è candidata alle elezioni europee nella lista Libertà lanciata da Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord. Un progetto politico di cui l'ex grillina condivide a pieno i valori, a partire dalla "libertà di autodeterminare le proprie scelte". Per questo motivo alle critiche per aver accolto dentro Libertà diversi no vax convinti risponde: "Pensare che ci sia sempre il bianco e il nero e che chi non la pensa come qualcuno sia sempre pazzo o sbagliato non fa più forte questo paese".
La presidente di Sud chiama Nord spiega le ragioni della sua candidatura e nel frattempo non risparmia la premier e i suoi alleati. Per Castelli, Lega e Fratelli d'Italia "si fingono antieuropeisti. Un esempio? Meloni si è detta contraria al Grande Fratello fiscale ma poi neanche si è accorta di aver recepito la direttiva Ue sul cosiddetto redditometro europeo".
Lei ha un passato con il M5s con cui ha anche governato, in qualità di viceministro dell’Economia, e da cui poi è uscita sostenendo di non sentirsi più riconosciuta. Dopo la breve parentesi con Di Maio, è seguito il suo ingresso in Sud chiama Nord che raccoglie tra gli altri diversi “ex” fuoriusciti. Quali sono le ragioni?
Per diversi anni il Movimento 5 Stelle, che ho contribuito a fondare oramai anni fa insieme a molti altri è stata a lungo la mia casa. Quando non mi sono sentita più riconosciuta perché è diventato il partito personale di Giuseppe Conte e non più un movimento collettivo come era me ne sono andata. Sono tornata alla mia vita normale fino a che Cateno De Luca non mi ha chiamato per chiedermi di proseguire insieme un progetto civico autonomista e federalista. Dopo aver valutato che i valori che sono gli stessi miei ho deciso di fare un percorso con Sud chiama Nord che oggi è un partito nazionale.
Dato il suo trascorso come donna delle istituzioni, le chiedo: quali sono i suoi obiettivi all’interno di una forza antisistema come Sud chiama Nord?
Queste etichette valgono quel che valgono. Bisogna parlare di temi, io sono in una forza politica che ha dei valori che sono obiettivi e di come costruire la propria attività politica. In più c'è un programma europeo, quello della lista Libertà che ha messo insieme 20 punti del programma a partire dallo slogan “Meno Europa e più Italia” che poi Salvini ci ha copiato (gli manderemo la fattura). Nel nostro programma poi un punto importante è la pace, una scelta diplomatica che oggi questa Europa non vuole fare perché sulla diplomazia non riesce mai a convergere, ma anche la sanità. Nei conti pubblici, che conosco abbastanza bene, non c’è lo spazio per tornare a una sanità degna di questo nome, perciò sarebbe necessario chiedere di toglierla dal vincolo del patto di stabilità dato che oggi non ci sono le condizioni dignitose per definirlo un diritto. Noi come lista Libertà lo chiediamo, così come l’Ue ha deciso di togliere le spese per le armi. Per noi la priorità è la vita delle persone, no la guerra.
Lei ha dichiarato che la Lega rispetto a voi “si finge antieuropeista” e che anche Fratelli d’Italia “si mostra solo apparentemente critica verso l’Ue”. In che senso? Si riferiva al Patto di stabilità?
Questi titoli appellativi camminano con la coerenza delle scelte che uno fa. Queste etichette sono utilizzate in maniera particolare quando si parla di partiti di governo che fanno i manifesti dicendosi antieuropeisti e poi accolgono direttive come quella che la Meloni neanche si è accorta di aver recepito la direttiva sul redditometro europeo. O ancora la Lega dice di essere anti-europeista ma il primo atto che ha fatto è stato mettere gli ambulanti all'interno della direttiva Bolkestein che nulla ha a che fare con i venditori ambulanti. Oggi le parole valgono quel che valgono.
Ha parlato di redditometro europeo, a cosa si riferisce?
Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato la legge di delegazione europea, quell’atto che recepisce le direttive europee nel nostro paese, tra cui la direttiva 2023/2226 che riguarda la possibilità che i dati dei contribuenti italiani vengano messi a disposizione delle autorità europee e dei giornalisti rispetto ai movimenti dei loro conti correnti e le proprietà dei loro immobili. Questi dati circoleranno liberamente in Europa e infatti il provvedimento è stata soprannominato Direttiva Grande Fratello. Nei fatti è la stessa cosa di un redditometro. Vede l’incoerenza? Se sei contrario ai dare i dati dei conti correnti degli italiani a chicchessia, allora lo sei sempre. Io nel 2018 come viceministro dell'economia tolsi il redditometro perché è uno strumento che non fa la lotta all'evasione ma parte dal presupposto che tutti i contribuenti non siano nel giusto con un con un accertamento massivo che non è logico di per un paese che vuole avere un rapporto positivo con i contribuenti. Quello strumento andrebbe rivisto e reso selettivo con le singole categorie di contribuenti che non si conoscono.
Durante il suo mandato da viceministro c'è stata una pandemia che ha messo in ginocchio l’Europa e da cui si è riusciti a uscire anche grazie a un’importante campagna vaccinale. Nel partito di cui lei è presidente ci sono diversi no vax convinti, lei come si pone rispetto a questo?
Non bisogna confondere Libertà che è un progetto politico e mette insieme 20 mondi diversi da Sud chiama Nord. Nel programma di Libertà c’è un punto importante che riguarda la libertà di autodeterminare le proprie scelte. Continuare a fare i negazionisti nel senso opposto, cioè pensare di dover vivere in un paese dove non ci si può chiedere perché continuano ad aumentare i casi di infarti e tachicardie sopra ogni statistica, io credo che sia altrettanto grave. Pensare che ci sia sempre il bianco e il nero e che chi non la pensa come qualcuno sia sempre pazzo o sbagliato non fa più forte questo paese. L’Italia aveva votato una commissione di inchiesta su il covid che è stata votata a maggioranza e che poi non è mai stata attivata, Io penso che se siamo in democrazia, bisogna smettere di pensare che di certi temi non si deve parlare perché dà fastidio. Anche le persone più moderate oggi sono preoccupate e spaventate da alcune cose che gli succedono. Non è che sono tutti pazzi.
Oltre alla campagna vaccinale, l’Unione europea si è attivata con l’emissione di debito comune con strumenti come il Next Generation EU e il Pnrr. Lei come giudica la gestione del Piano di Meloni? Le cose stanno andando bene?
Ogni governo decide di modificare quello che trova e quindi credo che Meloni abbia tutto il diritto di spostare delle voci se ritiene che andassero modificate. Ha maggioranza ed è giusto che lo faccia. L’unica cosa di cui mi preoccupo è che tu non puoi fare tantissimi investimenti su alcuni temi che poi ti portano una correlata a spesa corrente che tu non puoi sostenere. Questo lo dice anche oggi chi sta al governo, quindi bisognerebbe capire che cosa fare. Se tu metti nel Pnrr una marea di centri diurni, ma non metti nella spesa del bilancio i soldi che ti servono per metterci dentro i servizi. Io nella materia di mia competenza, ovvero gli asili, al tempo mi occupai di questo, cioè di assicurare che la spesa corrente, collegata ai finanziamenti del Pnrr fosse coperta. Altrimenti costruisci degli asili, ma poi li lasci vuoti. Ecco credo che questo sia l’errore più grosso di questo Pnrr. Così si rischia di costruire troppe cattedrali nel deserto.