Caso Visibilia, la Procura di Milano chiede il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per la ministra del Turismo, Daniela Santanché, nell'ambito del caso Visibilia. La stessa richiesta è stata fatta per il compagno, Dimitri Kunz. L'ipotesi di reato è quella di truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla gestione della cassa integrazione nel periodo del Covid.
Le indagini hanno riguardato precisamente 126mila euro di cassa integrazione Covid, incassati tra il 2020 e il 2022 per 13 dipendenti delle società legate alla ministra, che però avrebbero continuato a lavorare regolarmente. I pm Laura Pedio, Luigi Luzi e Maria Gravina contestano alla ministra, al compagno e anche Paolo Concordia, collaboratore esterno e responsabile delle tesorerie del gruppo, (così come alle società Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria) "l'ingiusto profitto" e la "percezione indebita" della cassa integrazione in deroga prevista dai decreti Cura Italia, Rilancio e Ristori, emanati durante la pandemia per aiutare le imprese a far fronte e lockdown e chiusure.
La vicenda si era aperta quando una ex dirigente di Visibilia Editore, Federica Bottiglione, aveva raccontato di aver lavorato per tutto il periodo in cui, ufficialmente, sarebbe dovuta essere in cassa integrazione. In quella stessa situazione si sarebbero trovati diversi altri ex dipendenti.
A metà aprile la Procura milanese ha chiuso le indagini e ora è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio: se confermata, la Santanchè andrebbe a processo. Non si è ancora verificata la richiesta, invece, per quanto riguarda l'altro filone delle indagini su Visibilia, in cui la ministra di Fratelli d'Italia è indagata per falso in bilancio. Ad ogni modo, nel caso si apra effettivamente il processo con imputata Santanchè, questo aprirebbe chiaramente all'ipotesi delle dimissioni dal governo.
In Parlamento la mozione di sfiducia è stata respinta, ma le cose potrebbero cambiare nel caso si andasse a processo: Giorgia Meloni non si è ancora esposta sulla vicenda, ma secondo alcuni retroscena già mesi fa avrebbe chiesto alla ministra una riflessione nel caso si fosse arrivati al rinvio a giudizio.