Caso Unipol – Bnl: Berlusconi rinviato a giudizio?
Ennesima tegola giudiziaria per Silvio Berlusconi che dopo la pubblicazione delle intercettazioni sul caso Tarantini-Lavitola si trova coinvolto in una nuova, complessa e prevedibilmente lunga, vicenda. Il Gip di Milano Stefania Donadeo ha respinto la richiesta di archiviazione della procura di Milano sollecitando il pm a formulare la richiesta di rinvio a giudizio per il premier, accusato di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio per la vicenda della fuga di notizie sull’intercettazione tra Giovanni Consorte e Piero Fassino ai tempi della tentata scalata di Unipol alla Bnl.
È arrivato oggi il provvedimento del giudice che ha disposto l’imputazione coatta per Berlusconi, il pm dovrà dunque formulare la richiesta di processo per il presidente del Consiglio e la richiesta arriverà poi davanti al Gup che dovrà esaminarla.
Dopo i vari processi già in corso Berlusconi rischia dunque di doverne affrontare un altro. Nell’ambito della stessa vicenda il giudice ha già rinviato a giudizio con rito ordinario il fratello del premier, l’editore de “Il Giornale” Paolo Berlusconi e ha definito con riti abbreviati e patteggiamenti la posizione di altri tre imputati.
Stando alla ricostruzione della vicenda Paolo Berlusconi insieme con l’imprenditore Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli (che dopo aver a lungo negato ha infine ammesso di aver sottratto quel file), si erano recati ad Arcore alla vigilia di Natale 2005 per far ascoltare al presidente del Consiglio un nastro contenente la famosa intercettazione della telefonata in cui il segretario Ds Piero Fassino chiedeva all’allora presidente dell’Unipol Giovanni Consorte: “Allora, abbiamo una banca?”. La telefonata fu poi pubblicata il 31 dicembre dello stesso anno sul giornale della famiglia Berlusconi nonostante fosse ancora coperta da segreto istruttorio (secondo l’accusa l’intercettazione è stata “trafugata” dai computer della Procura di Milano quando ancora erano in corso le indagini e perciò doveva restare segreta).
Il gip Stefania Donadeo ha disposto inoltre che la Procura di Milano iscriva nel registro degli indagati anche l’attuale direttore di “Libero” Maurizio Belpietro, che all’epoca dei fatti era invece direttore de “Il Giornale”. Belpietro dovrà rispondere della stessa accusa di Berlusconi, il concorso nella rivelazione del segreto d’ufficio.
La conquista di Bnl finì nel nulla ma secondo diversi analisti la fuga di notizie ebbe un forte impatto sull’elettorato e fu decisiva nel favorire la rimonta (poi parzialmente fallita) del centrodestra nelle elezioni politiche del 2006. Favata e Raffaelli dunque già condannati, Paolo Berlusconi rinviato a giudizio. Resterà solo o godrà della compagnia del fratello?