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Caso Siri, Matteo Salvini polemizza con Conte: “Non perdo tempo in polemiche, mi sfidi su tasse”

Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, polemizza con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sul caso Siri: “Non ho tempo per beghe e polemiche. Io lavoro, vedo che qualcuno ha tempo da perdere polemizzando su altro, non sono io”. E rivolgendosi a Conte aggiunge: “Mi sfidi sulle tasse che interessano agli italiani non sulla fantasia, altre polemiche non mi interessano”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il giorno dopo la decisione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di chiedere le dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, il ministro dell’Interno Matteo Salvini dedica poche parole alla vicenda. “Non ho tempo per beghe e polemiche, chiedetelo a Conte – risponde ai giornalisti da Fidenza (Parma) – Non ho tempo da perdere, mi occupo di tasse, flat tax, il Consiglio dei ministri deve occuparsi del taglio delle tasse adesso, sicurezza, droga, immigrazione e lavoro e non commento nulla, io lavoro, vedo che qualcuno ha tempo da perdere polemizzando su altro, non sono io”. E al presidente del Consiglio Salvini lancia una sfida: “Mi sfidi sulle tasse che interessano agli italiani non sulla fantasia, altre polemiche non mi interessano”.

Per il vicepresidente del Consiglio la questione da affrontare con priorità è quella delle tasse e della flat tax: “Gli italiani mi chiedono meno tasse. La Flat tax è un'emergenza nazionale, la riduzione delle tasse si deve votare adesso. Non esiste che ministri dicano ‘c'è tempo'. Vedo che qualcuno ha tempo da perdere”. Il leader della Lega rilancia anche sulle grandi opere: “Noi siamo a favore di tutte le ferrovie, Tav o non Tav… Con i no non si va avanti, l'Italia ha bisogno di sì”. E fa polemica anche su un’altra proposta di legge: “Presto in Parlamento arriverà la legge della Lega per la galera certa agli spacciatori. Mi vien voglia di far il test antidroga all'ingresso di Camera e Senato, per vedere se quando vengono a lavorare sono tutti lucidi. Perché ogni tanto mi viene il dubbio…”.

Caso Siri, Toninelli e Bonafede difendono Conte

Sul caso Siri interviene anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che negli scorsi giorni ha ritirato le deleghe al sottosegretario leghista: “Non è vittoria né sconfitta di alcuno. Non si può gioire quando un collega viene giustamente invitato a dimettersi. Mi spiace per lui, ma vanno tutelate le istituzioni e l'immagine del governo del cambiamento. Lui non avrebbe potuto lavorare sereno al mio ministero, che incuba il 40% degli investimenti, e non sono pochi. Noi speriamo che non si voti in Cdm, non servono al governo né all'Italia bracci di ferro, spero che lui capisca e accetti la decisione di Conte”, afferma intervenendo a 24 Mattino su Radio24.

Anche il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta la decisione di Conte, definendola “la migliore possibile”. A Mattino 5 Bonafede aggiunge: “Siri è un senatore della Repubblica, farà il senatore, va in panchina un attimo, il tempo di chiarire quello che c’è da chiarire”. E sui 15 giorni chiesti da Siri, il ministro spiega che si tratta di un sistema per “scavallare le Europee che rappresentava una strategia politica, e questo non sarebbe stato credibile agli occhi del cittadino”.

Spray al peperoncino al comizio di Salvini

Subito prima dell'inizio del comizio elettorale di Salvini a Fidenza, a sostegno del candidato sindaco Andrea Sacarabelli, è stato spruzzato dello spray al peperoncino. Salvini, accorgendosi dal palco di quanto avvenuto, commenta: "A sinistra più cretini sono, più danni fanno. Qualcuno ha spruzzato qualcosa? Faccio il ministro dell'Interno e lo vado a prendere?". Lo spray, secondo quanto riporta l'Ansa, sarebbe stato spruzzato da un gruppo di ragazzini che non sono stati ancora identificati. Qualcuno dei presenti ha avvertito bruciore agli occhi, ma non è stato necessario ricorrere – per nessuno di loro – a cure mediche.

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